Costellazioni di relazioni

Gli educatori adolescenti in ascolto dell'intervento del dottor Laffi.

Stiamo vivendo un periodo nuovo rispetto alla quotidianità a cui eravamo abituati. È un tempo che ha delle novità, ma che ormai non è più così inedito. Abbiamo imparato a conoscerlo, abbiamo visto svilupparsi situazioni fino a poco prima impensabili e siamo riusciti a reinventarci con creatività. Durante questi mesi ciò che è cambiato più di tutto sono le nostre relazioni. La quarantena ci ha costretti a stare in casa e stare vicino agli adolescenti è diventato più complicato per gli educatori. Il fulcro dell’incontro formativo “Costellazioni di relazioni” è stato proprio questo: capire come entrare in relazione con gli adolescenti in una situazione nuova per tutti. La formazione, promossa dall’ufficio pastorale per l’età evoluta, è stato presieduto dal dottor Stefano Laffi e moderato da Giordano Feltre, pedagogista UPEE, e Silvia Bagini, psicologa della Fondazione Angelo Custode.
Spesso in questo periodo i ragazzi sono passati quasi inosservati. L’attenzione si è focalizzata altrove, ma nonostante ciò si sono generate occasioni d’incontro del tutto nuove. “Nei ragazzi c’è una vocazione al tradimento -ha esordito il dottor Stefano Laffi, sociologo e ricercatore dell’agenzia Codici-. Gli adolescenti sono portati al superamento del presente. Aspettarsi che loro proseguano ciò che abbiamo fatto non sarebbe corretto nei loro confronti. Che senso avrebbe una vita di conservazione? La missione di ogni nuovo essere è quella di innovare e trasformare il mondo. Dobbiamo guardare ai ragazzi come degli agenti di cambiamento, chiamarli in causa e proporgli delle esperienze diversificate”.
L’immaginario che ora si ha degli adolescenti sembra non essere molto positivo. Il quadro suggerito dai presenti si compone di aggettivi che descrivono i ragazzi come spaesati, annoiati, dimenticati, isolati, ma anche creativi e speranzosi. Ciò che si va a delineare è l’immagine di un adolescente molto provato dalla quarantena, ma che allo stesso tempo non hai mai smesso di coltivare le relazioni con la dimensione sia locale che globale. “È importante stare attenti alla dimensione globale di questo mondo interconnesso -ha proseguito il dottor Laffi-. Il globale può essere una grande fonte d’ispirazione. Siamo cresciuti con l’idea di dover dare delle istruzioni per l’uso ai giovani, ma ciò non va bene per il mondo dinamico che viviamo oggi”. Con una dimensione globale in continua evoluzione, gli adolescenti sono più esposti a un continuo cambiamento che disorienta non solo loro, ma anche gli adulti. Tutti sono disorientati perché il mondo è in un cambiamento continuo. “Ai ragazzi di oggi non si trasmettono i concetti tramite degli oggetti. I meccanismi trasmissivi sono cambiati ed è finito il tempo degli insegnanti. Ora è il tempo dei maestri, di coloro che testimoniano ciò che hanno vissuto in prima persona. Lo spazio per l’incontro è aperto e disponibile da parte di qualsiasi ragazzo. Ora sta a noi proporre delle testimonianze significative”.
Il tempo che si prospetta per gli educatori non è facile, ma neanche impossibile. Sono chiamati a giocarsi come fratelli e sorelle maggiori per gli adolescenti. A loro è chiesto di osservarli per ciò che sono realmente senza aspettarsi qualcosa che ancora non sono. Vi è il bisogno di progettare senza dei paletti rigidi, ma con delle linee guida di massima che il dottor Laffi rimarca con tre parole.
“Per il prossimo periodo è importante rinnovare i propri pensieri. Non possiamo rimpiangere ciò che avremmo potuto fare. Bisogna chiedersi che possibilità ci offre questo tempo e giocarci nello spazio che ci è concesso. La progettualità sarà caratterizzata da tre concetti: sfida, comunità e relazione. Gli educatori dovranno guardare al futuro con un’ottica di cambiamento e coinvolgere in modo diretto gli adolescenti. In una società sempre più segmentata ci sarà bisogno anche di un contatto tra generazioni. L’orizzonte con cui si agirà non sarà quello personale dei ragazzi, ma quello della comunità. Infine, non dimentichiamoci che ciò che proponiamo è un mezzo di relazione che i ragazzi colgono per stare insieme”.
Nei prossimi mesi anche la progettazione subirà dei cambiamenti non indifferenti. Gli educatori saranno chiamati ad agire e progettare contemporaneamente. Sarà una situazione nuova per tutti con nuove regole da rispettare che faranno sentire tutti disorientati. Ciò che non dovrà mai mancare è semplicemente il desiderio di coinvolgere i ragazzi con delle proposte di vita vera.

 

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