Quando il Cre parte dalle proprie emozioni

Ultimi giorni di preparativi per gli oratori di Pascolo, Vercurago e Calolzio.

Per essere pronti alle tante sfide dell’estate occorre una preparazione che possa mettere in luce tutto il potenziale degli animatori senza nascondere le fragilità. Per questo motivo, gli oratori di Pascolo, Vercurago e dell’unità pastorale di Calolzio hanno scelto di radunare i propri adolescenti per formarsi in vista di un Cre che metterà al centro il vissuto emotivo dei più piccoli.

Il CRE di questi oratori inizierà il 27 giugno e la formazione degli animatori è partita diverse settimane fa. Dal cammino invernale in cui gli adolescenti hanno avuto l’opportunità di conoscersi arrivando da oratori diversi, si è passati al percorso pensato per diventare gli animatori del Cre. Gli incontri sono stati caratterizzati da quattro tematiche: la conoscenza di sé, il vivere le emozioni, l’organizzazione e il valore del proprio mandato.

“Essendo un CRE strutturato su oratori diversi, il primo step della formazione è consistito nel conoscere gli adolescenti e metterli a proprio agio -spiega Carmen Frigerio, coordinatrice-. L’invito è sempre stato quello di uscire dalla propria “comfort zone” per mettersi al servizio secondo i propri punti di forza e le proprie fragilità. Con il tema delle emozioni, questo obiettivo è stato messo in risalto ancora di più e per gli adolescenti è stato anche più semplice rileggere il proprio io. Tutti noi siamo fatti di emozioni e ciò ci riguarda in prima persona”.

In un incontro dedicato appositamente alle emozioni, gli educatori sono partiti da un’attività il cui protagonista era un frullatore. Mettendo in scena diverse situazioni del CRE, gli educatori invitavano gli adolescenti a scrivere su un post-it delle emozioni e poi a buttarle nel frullatore. Una volta raccolti tutti i bigliettini, il frullatore è stato avviato per evidenziare come tutto ciò con cui ci si interfaccia -in un modo o nell’altro- ci interpelli. “Lungo tutto il CRE ci faremo carico delle emozioni altrui -conclude Carmen-. Ogni persona che incontreremo ci donerà le sue emozioni, anche involontariamente, e noi ne verremo inevitabilmente colpiti. Ciò che saremo chiamati a fare è gestire l’emozione che proveremo, dandole del “tu” ed esprimendola nel modo più adatto. È un servizio che noi educatori che saremo anche coordinatori, dobbiamo agli animatori e che gli adolescenti devono assimilare per crescere e aiutare chi è più piccolo di loro”. Perché il Batticuore parte delle relazioni più strette per poi estendersi a tutto l’oratorio e alla comunità: tutti possono fare la loro parte in questo piccolo, ma grande servizio.

 
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