Riscoprire la forza dell'incontro

L'esperienza del Cre all'oratorio di Trescore Balneario

Quando si è piccoli e si vive un’esperienza come quella del Cre è inevitabile che si guardi agli animatori con ammirazione, ma con il desiderio, un giorno, di indossare quella maglietta che sembra tanto una divisa da supereroe. Tutto è ciò è indice di un legame di cura di cui gli adolescenti sono i protagonisti. Questo è un aspetto cruciale del Cre che non solo viene messo nel bagaglio come un insegnamento prezioso, ma anche curato nei minimi dettagli sul campo. All’oratorio di Trescore Balneario si accompagnano gli adolescenti a diventare animatori passo dopo passo integrandoli ogni anno un po’ di più nel gruppo. Per i ragazzi della prima e seconda superiore, infatti, è previsto un percorso personalizzato attraverso cui si passa dall’essere animato all’essere animatore. 

“Gli adolescenti dai 14 ai 16 anni -spiega Francesco Sicignano, coordinatore dell’oratorio di Trescore- vivono l’esperienza di un Cre fatto su misura. Hanno sia momenti dedicati a loro stessi e al gruppo, sia delle attività con cui sperimentano il servizio preparando laboratori o momenti di riflessione dedicate ai più piccoli”. Ogni anno, a questo gruppo di adolescenti vengono assegnate delle attività diverse in base alla tematica da affrontare. Per mettere al centro le emozioni, insieme ai loro coordinatori, quest’estate hanno proposto un momento di riflessione libero con delle postazioni sempre attive. “Gli adolescenti – prosegue Francesco- hanno realizzato quattro sagome rappresentando quattro emozioni diverse. Una volta posizionati in oratorio, hanno aggiunto un cestino con accanto delle penne e dei cartoncini così che ciascuno possa scrivere un episodio o una riflessione legata all’emozione raffigurata dalla sagoma. Alla festa finale, tutti i biglietti sono stati raccolti e più significativi sono stati condivisi con tutta la comunità”. 

Da un piccolo gesto come questo possono non solo nascere dei ricordi unici, ma è possibile far arrivare a tutta la comunità il senso e le emozioni che un Cre comporta. Leggendo dei semplici biglietti a cui i bambini e i ragazzi hanno affidato i loro pensieri emerge come il Cre sia un’esperienza educativa dal valore inestimabile. Come alla fine di ogni avventura, poi, è importante anche tirare le somme e chiedersi cosa ci si è portati a casa e come rigiocarlo in futuro. “A primo impatto – conclude Francesco- ciò che ha colpito tutti è la bellezza dello stare insieme. In questi due anni le opportunità non sono state molte e vivere il Cre a pieno è stata un’occasione d’oro per rimettere al centro le relazioni e la loro forza. Da tutto questo ci portiamo a casa la riscoperta dell’incontro con l’altro e del senso della cura. Sono due aspetti che rigiocheremo ai prossimi campiscuola che vivremo, ma anche nella ripartenza di settembre. Non dobbiamo mai dimenticarci che il regalo più grande che possiamo fare ai più piccoli è dare loro la possibilità di incontrarsi. L’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle e anche gli animatori ci hanno dato lo stesso rimando”. 
Il tema del Cre dell’anno scorso era il gioco e il titolo era “Hurrà”. Anni diversi, esperienze diverse, ma c’è una frase dell’inno che vale sempre e non ha una data di scadenza: “Stando insieme non si perde mai” e l’oratorio di Trescore è stato protagonista di una bellissima vittoria. 
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