La sfida dell'educazione su "Il Cantiere"

Che cosa significa educare nel 2023? Ce lo siamo chiesti nell'ultimo numero de "Il Cantiere" uscito sabato 6 maggio.

“Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”. Con queste parole nel settembre del 2019, Papa Francesco lanciava la sfida del Patto Educativo Globale sottolineando l’esigenza di rimettere al centro l’educazione per il bene delle giovani generazioni e il futuro di tutti. A distanza di quasi quattro anni, la sfida educativa è più attuale che mai, anche alla luce della pandemia che ha ulteriormente acuito la questione dell’emergenza educativa sollevata da Papa Benedetto XVI nel 2008. In un mese in cui gli oratori sono impegnati nella formazione dei propri animatori in vista del prossimo Cre, “Il Cantiere” si pone come ulteriore approfondimento rispetto alla sfida pastorale cui si andrà incontro.

 

Il dossier formativo del mese di maggio prende come punto di riferimento il versetto del Vangelo di Marco “Annunciava loro la parola, come potevano intendere” per sviscerare il tema dell’educazione, il primo di una trilogia dedicata al mondo delle giovani generazioni e dei giovani in particolare. “La Parola (il vangelo del regno, la verità, il bello, il giusto) detta in parabole non è mai una verità a priori, già scritta una volta per tutte - si legge nel commento del Vangelo della redazione -. Dipende sempre anche dalla capacità dell’ascoltatore di far suo quello che gli viene annunciato. Si arriva sempre a conoscere qualcosa solo quando entrambi i dialoganti abitano la relazione: la Parola può essere intesa solo perché Gesù eleva l’interlocutore da banale recipiente che deve contenere una notizia a protagonista della comunicazione stessa”.

 

Ed è proprio qui che si gioca l’educazione ed è qui che ogni educatore ed educando sono chiamati a giocarsi. Se cercassimo su un dizionario il significato della parola “Educare”, la risposta che otterremmo sarebbe la seguente: “Educare = e ducĕre “trarre, condurre”. Com’è normale che sia, l’educazione parte sempre da ciò che si ha tra le mani, dal mondo, dalla situazione che ci si ritrova a vivere e in cui è immersi. Parte da qui, da oggi, dal 2023: un tempo storico che più che un’epoca di cambiamenti, è un cambiamento d’epoca. Il fascino di vivere le svolte è spesso accompagnato dal timore dell’ignoto, perché non si hanno coordinate precise per mettere in pratica la propria vocazione educativa. Ciò che “rincuora”, però, è che l’educazione non ha bisogno di nessuno strumento specifico se non di noi stessi come sottolinea la dott.ssa Mortari nel suo intervento nella rubrica Attenzione Scavi. “Raggiungeremo i giovani, se sappiamo avere uno sguardo su di noi che ci mette nelle condizioni di capire quali siano i nostri limiti e i nostri punti di forza. L'educatore è una persona che lavora molto sul suo modo di essere. Solo lavorando su di sé riesce a rendersi credibile all'altro dal momento che è portatore di un progetto educativo”.

 

Nuove sfide ci attendono, ma sempre con una meta precisa: il bene delle giovani generazioni. Il nuovo numero de Il Cantiere è online sul sito www.ilcantieredioratoribg.it. Buona lettura!

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