Un Cre rivoluzionario in Cantiere

Sarà un Cre a "TuXTutti" in cui un semplice "Tu" potrà fare la differenza "per Tutti"

Questo Cre sarà una rivoluzione e a dirlo è proprio il tema scelto: la cura e il servizio. Già al centro delle esperienze d’oratorio e amplificate durante l’estate, queste due attenzioni saranno le protagoniste dei mesi estivi. Sarà un Cre a “TuXTutti” in cui un semplice “Tu” farà la differenza “per tutti”, come spiega don Emanuele Poletti, direttore UPEE, nell’editoriale del numero de Il Cantiere uscito sabato scorso. “E chi è prossimo?” è titolo del dossier formativo di aprile che va a riprendere il sottotitolo del Cre 2023.

 

La parabola del buon Samaritano guiderà “il fare” ma anche “l’essere” di tutti coloro che si spenderanno per i più piccoli al Cre ed ha aperto la riflessione del nuovo numero. “Al dottore della Legge che chiede “E chi è mio prossimo?” Gesù ribalta la prospettiva: “Chi è stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Il prossimo non è l’altro, sei tu. Sei tu che devi essere prossimo” si legge nel commento al Vangelo. Il tema diventa sfidante già nel titolo del dossier perché quella domanda implica una relazione di cura che, per essere autentica, non può limitarsi al soddisfare un bisogno. Chiara Nogarotto, sociologa di É.one Abitarègenerativo, è intervenuta in uno dei tre video podcast ribadendo proprio questo aspetto: “Il servizio non è servitù e la cura non è il trovare risposte a un bisogno. Se si pensa alla cura in quest’ottica, la nostra sarà un’azione preconfezionata senza margini di manovra. Quando ci si prende cura dell’altro, occorre essere disposti a lasciarsi cambiare per creare una relazione autentica che vada oltre la soddisfazione di un bisogno. È un passo in più che rende la cura davvero efficace”.

 

Lungo tutto il dossier, la sfida è quella di approfondire i due temi lasciandosi provocare da un continuo cambio di prospettiva, protagonisti e riletture rispetto all’argomento. Anche il professor Ivo Lizzola, docente ordinario di pedagogia all’Università degli Studi di Bergamo, propone una nuova visione della cura. “Noi abbiamo l'idea della cura, a volte un po’ sacrificale, ma non è così. La cura è anche gioia, è una forma di relazione che ti fa sentire nella pienezza della vita e anche in un certo abbandono nella vita. La cura è la scelta e la scelta è la libertà: è una danza da fare insieme agli altri tra forza e fragilità nel tempo che siamo chiamati a vivere come donne e uomini di quotidianità. Quest'anno con il tema scelto non può che essere così. Non si potrà che uscire spesso per sperimentare la prossimità e sarà fondamentale far sentire i bambini, preadolescenti e gli adolescenti come veri protagonisti della vita dei loro paesi, dei loro quartieri, delle loro città. Sono chiamati a prendere in mano la vita: non possono pensare che la vita sia soltanto qualcosa che avviene attorno a loro. C'è un assoluto bisogno del loro impegno, dalla loro partecipazione e del loro spendersi. In poche parole, c’è bisogno della loro prossimità”. Non solo una cura gioiosa, ma anche una cura che abbia come protagonisti operativi i più piccoli in modo da allenarli sin da subito ad abitare questa dimensione relazionale.

 

A rendere il tutto ancora più sfidante è la società odierna. “Ormai da qualche anno si percepisce una certa preoccupazione nel mondo sociale, politico e educativo: i riti di iniziazione e di passaggio sono drasticamente diminuiti - spiega don Emanuele -. È sempre più distante dalla sensibilità comune, la convinzione che il compimento dell’esistenza non possa darsi al di fuori della responsabilità civile e dell’impegno per la costruzione del bene comune. Occhi aperti, braccia tese, mani in pasta, gambe in spalla e cuore libero saranno le coordinate di stile per la prossima estate 2023 perché, facendole sempre più nostre, possiamo accompagnare bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani e la comunità tutta a scoprire che costruire un mondo più umano dipende dal nostro essere “tu” e allo stesso tempo “tutti””. Ecco perché un Cre sul tema della cura e del servizio, ecco perché questo “Cantiere” per scendere in profondità. Per leggere il nuovo numero de Il Cantiere, visita il sito www.ilcantieredioratoribg.it.

 

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