A servizio della Chiesa di oggi

"Non siamo in un'epoca di cambiamenti, siamo in un cambiamento d'epoca": gli incaricati di pastorale giovanile rileggono il cammino fatto guardando al futuro

“Oggi la parrocchia si trova coinvolta nei profondi cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca”. Era il 2007 e questo era quanto emergeva dal Sinodo diocesano appena concluso. Nel documento finale si sottolineava come il cambiamento fosse il protagonista del nuovo millennio preparando tutta la Chiesa bergamasca a quello che, successivamente, Papa Francesco definirà “non un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca”. Questo è ciò che vive la Chiesa oggi e, mercoledì scorso, gli incaricati pastorale giovanile si sono confrontati con monsignor Vittorio Nozza andando a individuare un filo rosso nella storia recente della diocesi bergamasca. 

Diverse decisioni sono state prese e molti sono i processi ancora in atto dal Sinodo diocesano per rispondere alle esigenze della Chiesa di oggi. Il cammino è appena all’inizio perché – come sottolinea il documento - “La ricerca di un modo nuovo di fare pastorale impegna nel discernimento”. E tutto ciò richiede tempo e, inevitabilmente pazienza e fiducia nel continuare a costruire. In questo cantiere a cielo aperto, però, i sacerdoti non sono soli. La responsabilizzazione dei laici sta crescendo sempre di più e a suggerirlo sono, ancora una volta, i risultati del Sinodo diocesano. “Il compito riguarda tutti, ma soprattutto i Consigli pastorali, a tutti i livelli. Questo impegno dobbiamo alimentarlo continuamente nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dei Sacramenti e nella vita fraterna”. 

Ai documenti e alle parole emerse dalla Chiesa bergamasca di quindici anni fa, si affianca la storia. Ciò che si sta vivendo oggi è la messa in atto di tanti meccanismi auspicati da quell’ascolto. Nel 2010 si iniziano a muovere i primi passi e il Vescovo Francesco incontra i 28 Consigli Presbiterali e i 28 Consigli Pastorali Vicariali e Parrocchiali per rileggere la situazione e immaginare il prossimo futuro. Nella sua prima lettera pastorale, infatti, il Vescovo Francesco propone le unità pastorali spiegandone i motivi: “la fraternità cristiana è la modalità con la quale siamo chiamati a vivere e testimoniare il Vangelo, non da soli, ma insieme”.

Continuando il cammino, la vita in Parrocchia viene riletta tramite tre lettere pastorali. La prima – ‘Donne e uomini capaci di Vangelo’ – metterà al centro l’adulto credente e la sua formazione. ‘Donne e uomini capaci di Eucarestia’ allargherà lo sguardo alla comunità che celebra, mentre l’ultima - ‘Donne e uomini capaci di Carità’ rifletterà sul cittadino credente. Ripartendo dalle basi, come auspicato in passato da monsignor Amadei, il Vescovo Francesco getta le fondamenta per i passi successivi che andranno a modificare il volto della diocesi bergamasca. Dal 2016 al 2018, infatti, si attua la riforma il percorso di riforma diocesana che ha portato ad una nuova configurazione ecclesiale del territorio diocesano. L’istituzione della riforma diocesana porta alla chiusura dell’esperienza più che decennale dei 28 Vicariati Locali e vede l’avvio dell’esperienza delle 13 Comunità Ecclesiali Territoriali e la nomina dei Vicari Territoriali (12 settembre 2018) e delle 27 Fraternità Presbiterali (più 4 a statuto speciale) e la nomina dei Moderatori delle Fraternità Presbiterali (5 ottobre 2018).

Dopo la riforma, l’attenzione si sposterà dall’organizzazione alla vita della comunità e per guardare al futuro la parrocchia si riscopre come comunità educante. Per tre anni, le lettere pastorali del Vescovo si concentreranno sui giovani, ma -come emerge dalle lettere - non si tratterà esclusivamente delle giovani generazioni. “I giovani non sono un mondo a parte, ma rappresentano un’età della vita in rapporto con le altre. Isolare la considerazione dei giovani dalle altre fasi dell’esistenza, è come estrarre una frase da un ragionamento o da una narrazione più ampia, con l’evidente pericolo di travisarne il significato. Di conseguenza, questo triennio non riguarda soltanto i giovani, ma l’intera comunità cristiana e il suo modo di vivere e testimoniare la fede in Gesù e la bellezza del Vangelo”. Lavorando ad ampio raggio con tutta la comunità cristiana, arriverà anche l’esigenza e l’opportunità di responsabilizzare ulteriormente i laici. Con la lettera circolare numero 14 nascono le equipe educative per mantenere un legame virtuoso con l’oratorio e la comunità parrocchiale, convergere su una linea educativa dell’oratorio e favorire un coordinamento delle varie attività oratoriane esprimendone un’armonizzazione educativa. 

Tutti questi passi sono l’inizio di un cammino che vuole continuare a costruire una Chiesa capace di rispondere alle sfide di questo cambiamento d’epoca. Ora è il tempo della pazienza e della fiducia per continuare a costruire una Chiesa vicina alla vita reale, una Chiesa capace di “servire la vita dove la vita accade”. Come comunità cristiana, siamo tutti chiamati a percorre insieme lo stesso sentiero per rispondere al presente. 
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