Il linguaggio della cura è trasversale

Negli oratori di Ponte San Pietro ci si allena per ampliare lo sguardo

Crescere generazioni capaci di mondialità, ovvero dalla prospettiva ampia e arricchite dal confronto con le tante culture che incontrano, sta diventando – a poco a poco – sempre più necessario, ma anche spontaneo. Questa sfida bussa alla porta di ogni oratorio e anche la realtà di Ponte San Pietro non ne fa eccezione. Da diversi anni, l’apertura ad altre culture è parte integrante di un Cre multiculturale e multireligioso. 

“Osservando i bambini e i preadolescenti giocare nel cortile dell’oratorio, ci rendiamo conto di come questa separazione appartenga al mondo adulto -spiega don Marco Scozzesi, vicario interparrocchiale di Ponte San Pietro e Villaggio S. Maria-. Il nostro è un territorio multiculturale e il Cre è una cartina di tornasole della comunità. Tra gli animatori abbiamo adolescenti con professioni di fede differenti e quest’anno abbiamo anche un coordinatore musulmano. Ciò ci mostra che il linguaggio della cura chiama tutti in causa e ciò che conta è il desiderio di esserci per l’altro, assumendosene la responsabilità”.

L’integrazione in questo progetto è vissuta sia in modo informale che attraverso dei gesti espliciti che possano porre l’accento sulla ricchezza dell’interculturalità. I momenti di preghiera sono pensati per includere tutti, mentre le due feste del Cre sono un’occasione di incontro per e con la comunità. “Per la festa di metà Cre – prosegue don Marco – il ponte vecchio si anima e i bambini si sfidano in alcuni giochi coinvolgendo le famiglie. Per la festa finale, invece, il tutto parte da una cena in cui tutti i genitori sono invitati a portare dei piatti da condividere. È bello vedere come la tavola si colori grazie all’incontro di culture diverse”. Inoltre, per riuscire ad accogliere tutti, grazie al contributo di Caritas, l’associazione San Vincenzo e alcune persone sensibili si sono raccolti 3600 euro per sostenere la partecipazione al CRE di bambini e ragazzi con famiglie in difficoltà economica. “Grazie a questo gesto siamo riusciti davvero a raggiungere tutti e ne siamo molto contenti. È anche così che possiamo essere TuXTutti: non voltandoci dall’altra parte, ma accogliendo anche le fatiche del prossimo”. Il TuXTutti al Cre di Ponte San Pietro è stato tradotto così: un’attenzione concreta e a 360 gradi che non ha escluso nessuno. 
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