Curare l'ambiente è avere a cuore la comunità

Agli ortatori di Sforzatica, la cura del creato è al centro del Cre

“Avere cura dell’ambiente significa aver a cuore la comunità”. Ancora una volta, il Cre si rivela uno strumento prezioso per trasmettere stili e messaggi da riproporre anche nella quotidianità di ciascuno. L’intensità di questi giorni è un veicolo importante per aprire gli occhi delle giovani generazioni rispetto alle sfide del mondo. Negli oratori di Sforzatica la cura del creato è protagonista di tanti laboratori svolti in collaborazione con la cooperativa Sogno. 

Ogni fascia d’età entra in contatto con questo ambito di cura in modo diverso tenendo conto della differente rielaborazione di ciascuno. Il laboratorio creativo consiste nel costruire una riproduzione di un piccolo animaletto con lo scopo di regalarlo a qualcuno di caro. Dopodiché, il laboratorio di assemblaggio permette ai bambini e ai preadolescenti di prendere sempre più conoscenza dei processi produttivi. Andando ad affiancare gli operatori della cooperativa nelle loro mansioni, possono comprendere come un prodotto arrivi sullo scaffale di un negozio. Ultimo, ma non meno importante è il laboratorio di fattoria in cui ciascuno di loro è chiamato a prendersi cura degli animali che gli sono affidati per la mattinata. Sono tutte piccole azioni che, se vissute con più coscienza e in piccoli gruppi, donano maggior consapevolezza a ciascuno. 

“Prendersi cura del creato significa mettersi in gioco per l’ambiente e, di conseguenza, per il bene della comunità – spiega Eleonora Marchetti, coordinatrice dei Cre degli oratori di Sforzatica-. Ciò che viviamo insieme ai nostri ragazzi aiuta ciascuno di noi ad aprire gli occhi. Questo ci provoca e chiede una reazione da parte nostra”. Nonostante il Cre degli oratori di Sforzatica sia diviso in fasce d’età e le attività siano vissute in piccoli gruppi, il momento del confronto non manca mai. “È dalla conoscenza e dal nostro stare insieme che possiamo trasmettere grandi messaggi attraverso piccole azioni - conclude Eleonora -. Anche quando si tratta di sfide grandi come la cura del creato, siamo chiamati a fare qualcosa nel nostro piccolo: possiamo fare la differenza”. 
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