La settimana dell'animatore dà valore al servizio

Qui oratorio Almè: gli animatori coinvolti in una settimana per andare oltre le mete solitarie

I primissimi Cre sono già in pista, ma c’è anche qualche oratorio che comincerà a breve e sta dedicando questi primi giorni verso l’estate agli adolescenti. Saranno loro ad essere in prima linea per agire la cura nei confronti dei più piccoli e come comunità si è chiamati ad accompagnare gli animatori in un processo di cura e di servizio a cascata. Se ci si prende cura degli adolescenti, formandoli e crescendoli nella consapevolezza, ci si prenderà cura, di conseguenza, di ogni singolo bambino con uno sguardo che va oltre il Cre. L’ultimo passo per gli animatori dell’oratorio di Almè è la “settimana dell’animatore”: sette giorni in cui gli adolescenti si occupano degli ultimi preparativi e tirano le fila rispetto a quanto fatto fin ora.

 

Chiamata così per evidenziare un tempo su misura di adolescente, la settimana dell’animatore amplia lo sguardo della cura al di fuori del sé e andando oltre alle “mete solitarie”. “Questo è il tempo dei preparativi finali -spiega Laura Crotti, coordinatrice dell’oratorio di Almè-. Delle volte, agli animatori capita di preparare del materiale per una settimana in cui non ci saranno: è anche così che si vivono la cura e il servizio. Anche questo è TuXTutti. Significa che gli adolescenti si mettono in gioco non per sé, ma per l’altro”.

 

La cura dell’altro, però, nasce da un processo precedente ad intra. Prima della preparazione del materiale, l’obiettivo principale della settimana dell’animatore è quello di rafforzare il gruppo attraverso la conoscenza reciproca. “Soprattutto quest’anno che abbiamo molti animatori alla prima esperienza -prosegue Laura- questi giorni trascorsi insieme sono fondamentali. Tra un lavoro e l’altro e sfruttando l’informalità dei diversi momenti, ci si conosce da vicino”. Una conoscenza che, passo dopo passo, diventerà collaborazione, ma anche sostegno nei momenti più faticosi del Cre.

 

Fare squadra significa essere TuXTutti e ricordarsi che non si è soli nell’agire la cura. “Lavorando spalla a spalla con ciascun adolescente -conclude Laura- l’obiettivo è quello di creare un gruppo sempre più unito. Ciò non significa che non ci saranno litigi o che andrà tutto liscio, ma che, nel momento della difficoltà, cercheremo la riconciliazione. Insieme non solo ci si diverte, ma si condivide tutto: gioie, fatiche, imprevisti e soddisfazioni. Si tratta di un gioco di squadra che chiama tutti in gioco”. Si parte dalla cura del sé per volgere lo sguardo all’altro: il TuXTutti inizia anche dalla semplicità dell’essere pensati.

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