La catena della cura parte da sé, ma raggiunge la comunità

L'oratorio di Redona si prende cura dei più fragili grazie all'aiuto degli animatori

“Alla grande!”: il Cre dell’oratorio di Redona in Bergamo è iniziato così. Carichi di entusiasmo, animatori, coordinatori, volontari e don hanno aperto i battenti del Cre lo scorso 12 giugno e in questi giorni proseguono la loro avventura tra giochi, gite e laboratori. Anche se “il tempo è stato un po’ ballerino” -esordisce don Gabriele scherzando- nell’oratorio di Redona si sta realizzando nel concreto il TuXTutti con tanta energia e il sostegno di tutta la comunità.

 

“L’oratorio è l’espressione educativa della comunità -racconta don Gabriele Mazzoleni, curato dell’oratorio di Redona-. In modo particolare al Cre, si instaura una rete molto fitta in cui le prime ad essere coinvolte sono le famiglie, ma i primi a scendere in campo sono gli adolescenti nel ruolo di animatore. Molti di loro, vivendo l’esperienza del Cre lo scorso anno, hanno scelto di proseguire il proprio percorso in oratorio. E camminare insieme fa la differenza”. Oltre a fare gruppo, il cammino svolto insieme mette al centro l’azione educativa nei confronti di ogni bambino e ragazzo che parteciperà al Cre. Questo perché, camminando insieme, si coltiva uno stile comune attraverso cui agire.

 

All’oratorio di Redona, la cura è -prima di tutto- un’attenzione rivolta a ciascun partecipante. È dalla cura del sé che poi il raggio si espande per raggiungere il prossimo e la comunità. “Grazie all’aiuto del comune di Bergamo, abbiamo ripensato e attuato l’attenzione alla fragilità -spiega don Gabriele-. Nella ‘catena della cura’ si aggiunge un nuovo anello: l’animatore. Esso diventa un altro punto di riferimento nella cura del sé per chi gli viene affidato. Così facendo si sta accanto alla fragilità emotiva e relazionale, ma anche economica. In questo caso a intervenire è il Centro di Primo Ascolto che, oltre sostenere economicamente la famiglia, instaura un contatto con le famiglie. Inoltre, un ulteriore aiuto è rappresentato dal Cre sospeso: chiunque lo desideri può lasciare un’offerta in oratorio per aiutare le famiglie con il pagamento della quota. Sono tutti gesti che mirano a crescere uomini e donne premurosi, accoglienti e capaci di cura”.

 

“Qui c’è una comunità che si muove -conclude don Gabriele-. L’educazione è in primo piano: è proprio perché siamo uomini e donne che siamo chiamati a prenderci cura. E dalla cura del sé scaturisce poi la cura per tutti. Non c’è tu senza tutti e non c’è tutti senza un tu: ecco cosa rappresenta per noi il TuXTutti”.

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