Al Cre ci si prende cura di chi si prende cura

Gli animatori dell'oratorio di San Pellegrino accompagnati da due psicologhe per prendersi cura del sé.

L’essere animatore può essere considerato un modo per prendersi cura di sé? In periodo storico in cui la salute mentale è sempre più avvertita come un’esigenza primaria, gli oratori rispondono nuovamente presente. In particolar modo, a San Pellegrino Terme, non è solo l’esperienza del Cre a fare la differenza, ma il percorso entro cui essa si inserisce.

 

A partire dalla formazione svolta negli ultimi mesi e seguita dalla cooperativa In Cammino, l’oratorio di San Pellegrino ha dato il via a un percorso in cui tutti -animatori, coordinatori e responsabili- partivano dallo stesso livello “per evitare di salire in cattedra” come sottolinea Monica Valle, educatrice dell’oratorio. “Tutti, adulti compresi, siamo sempre in costruzione e come educatori abbiamo voluto far passare questo messaggio con una formazione condivisa con gli adolescenti. Mettendoci accanto a loro abbiamo stabilito i primi contatti, i primi mattoni per instaurare un legame con loro”. Durante gli incontri formativi -alcuni dedicate a fasce d’età specifiche e altri svolti in plenaria- gli adolescenti hanno potuto riflettere sul proprio ruolo da animatori e sullo stile da adottare nelle situazioni tipiche del Cre.

 

Il percorso, però, non si esaurisce con l’obiettivo del Cre. Una volta conosciuto il proprio ruolo e accolta la realtà, gli adolescenti hanno potuto dedicare del tempo a se stessi, alle proprie motivazioni e alle proprie emozioni. “Affiancati da due psicologhe -spiega Monica- abbiamo accompagnato gli adolescenti alla scoperta e alla cura di sé”.  Nell’oratorio di San Pellegrino, già da diverso tempo, è stata avviato un percorso di accompagnamento grazie a cui ogni adolescente può essere seguito personalmente attraverso dei colloqui personali. “Questo aiuta non solo l’adolescente a livello personale. È una cura che porta benefici anche dal punto di vista relazionale. Aiutando ciascun animatore a rileggere ciò vive al Cre significa oliare gli ingranaggi dell’interno gruppo e regalare, di conseguenza, un’esperienza significativa ai più piccoli”.

 

È una cura a cascata che, nell’oratorio di San Pellegrino, ha preso, prende e prenderà la forma dell’accompagnamento personale con al centro la cura del sé. Il percorso iniziato negli scorsi mesi proseguirà nell’arco del Cre con l’osservazione delle psicologhe e il confronto tra e con gli animatori al termine di ogni giornata. “Inoltre, l’intento è quello di proseguire il percorso anche a settembre per dare continuità e riscontro al lavoro svolto lungo l’estate” conclude Monica. Perché il Cre, infatti, non un evento sporadico: è un tratto di vita e come tale va trattato.

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