La famiglia come alleato educativo anche al Cre

Il family Cre mette al centro l'educazione dei più piccoli all'oratorio di Zanica

L’educazione d’estate non è solo una questione dell’oratorio. Spesso si è abituati a vedere il Cre come una macchina che si mette in moto grazie alle sole forze della parrocchia, ma oggi questa scelta non risulterebbe molto efficace. Nell’azione educativa dell’oratorio di Zanica, animatori, coordinatori e don sono fondamentali, ma è grazie al supporto della realtà circostanti e delle famiglie riescono a rendere il Cre un’esperienza capace di lasciare il segno. 

Nel Cre dell’oratorio di Zanica, il tema della cura è declinato con quattro appuntamenti: la cura del sé, la cura dell’altro, la cura del Creato e la cura della comunità e della società. Ogni settimana bambini e ragazzi affrontano un ambito nuovo della cura: si inizia con le attività del mattino ricche di provocazioni e riflessioni rispetto all’argomento, per poi dar maggior concretezza attraverso i laboratori pomeridiani. Ci sono laboratori di cucina in cui si prepara la merenda per tutti, laboratori di giardinaggio che consegna un vero e proprio abc concreto della cura dell’ambiente e dei laboratori di fotografia che mettono a fuoco il prendersi cura.  

“Tutto ha l’obiettivo di far comprendere che cosa significhi prendersi cura gli uni degli altri” racconta don Omar Moriggi, curato dell’oratorio di Zanica, che non manca di evidenziare l’apporto delle famiglie. “Tutti i venerdì sera organizziamo dei momenti di condivisione con le famiglie. Nel prendersi cura dei bambini e dei ragazzi è importantissima la presenza della famiglia. È questo il primo luogo in cui si impara a prendersi cura. Il primo Family Cre è stato dedicato a un confronto con le realtà del territorio per far percepire ai genitori che l’educazione è un’azione ampia, mentre i prossimi vedranno le famiglie coinvolte con i laboratori, i giochi senza frontiere e la festa finale del Cre”. 

Dalla famiglia si passa a un senso di appartenenza nei confronti della comunità. “Prendersi cura della comunità è imparare a riconoscere la bellezza dello stare insieme e il valore delle relazioni - prosegue don Omar -. Significa soprattutto coltivare il rispetto della persona che si ha di fronte e aiutare questi ragazzi a crescere nel cuore e nella loro umanità. È un’attenzione che, come oratori, siamo a chiamati ad avere per crescere gli uomini e le donne di domani”. Perché - come ricorda anche il noto professore Alessandro d’Avenia -, crescere non è solo una questione di età anagrafica: “Invece di chiedere ai bambini che cosa vuoi fare «da» grande, dovremmo domandare che cosa vuoi fare «di» grande, perché la grandezza dell’umano non è qualcosa che si raggiunge per età o successo, ma è già tutta lì. Si tratta di portarla a compimento”.
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