La GMG è un segno di speranza per i giovani e tutta la Chiesa

Domenica 20 novembre, tutti i giovani bergamaschi e gli adolescenti sono invitati a partecipare a quello che sarà un passo importante verso la GMG di Lisbona.

Domenica 20 novembre, tutti i giovani e gli adolescenti bergamaschi sono invitati a partecipare a quello che sarà un passo importante verso la GMG di Lisbona. Mancano pochi giorni alla GMG diocesana: nella Chiesa Ipogea del Seminario di Bergamo si celebrerà la Santa Messa con il Vescovo Francesco per affidare il cammino da qui a Lisbona a Qualcuno di più grande. È stata ribadita più volte l’importanza di un simile cammino, ma, forse, ciò di cui occorre prendere coscienza è che in cammino lo si è già. Sono passi che partono da molto lontano e che hanno attraversato periodi e sfide non di poco conto. 

Già dall’ultimo appuntamento mondiale a Panama, Papa Francesco aveva ribadito che non è più il tempo di attendere il futuro, ma di vivere l’adesso di Dio. “In Gesù inizia e si fa vita il futuro promesso. Quando? Adesso -ha ribadito il pontefice nell’omelia della messa finale-. Gesù rivela l’adesso di Dio che ci viene incontro per chiamare anche noi a prendere parte al suo adesso. Voi, cari giovani, non siete il futuro. Ci piace dire: ‘Voi siete il futuro...’. No, siete il presente! Non siete il futuro di Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio! Lui vi convoca, vi chiama nelle vostre comunità, vi chiama nelle vostre città ad andare in cerca dei nonni, degli adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a loro prendere la parola e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato. Non domani, adesso, perché lì, adesso, dov’è il tuo tesoro, lì c’è anche il tuo cuore; e ciò che vi innamora conquisterà non solo la vostra immaginazione, ma coinvolgerà tutto. Vi chiedo di non lasciar raffreddare ciò che avete vissuto in questi giorni”. 

Con quelle parole Papa Francesco invitava già i giovani ad “alzarsi”: un’azione che è stata riproposta in tutti e tre i messaggi di questi anni. Provvidenziale è stato il messaggio del 2020 che, nel picco della pandemia, ha toccato il cuore delle giovani generazioni stravolte da un evento senza precedenti. “Giovane, dico a te, alzati!” erano le parole del Vangelo riprese dal Papa per raggiungere tutti i giovani in una Domenica delle Palme passata in casa. Ciascuno ha trovato il proprio modo di pregare e interiorizzare quel messaggio, di “alzarsi” anche quando era complesso pensare con speranza, di “muoversi” anche se l’imperativo era quello di restare a casa per il bene comune. 

Anche lo stesso Papa Francesco, nel suo messaggio successivo, ha riconosciuto quanta provvidenza ci fosse nella scelta di quel passaggio di Vangelo. “Nella sua provvidenza, il Signore già ci voleva preparare per la durissima sfida che stavamo per vivere. Nel mondo intero si è dovuta affrontare la sofferenza per la perdita di tante persone care e per l’isolamento sociale. L’emergenza sanitaria ha impedito anche a voi giovani – per natura proiettati verso l’esterno – di uscire per andare a scuola, all'università, al lavoro, per incontrarvi... Vi siete trovati in situazioni difficili, che non eravate abituati a gestire. Ma grazie a Dio questo non è l’unico lato della medaglia. Se la prova ci ha mostrato le nostre fragilità, ha fatto emergere anche le nostre virtù, tra cui la predisposizione alla solidarietà. Quando un giovane cade, in un certo senso cade l'umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani! Quale forza portate nei vostri cuori!”. E così, anche in uno dei periodi più bui, i giovani hanno potuto sprigionare la loro luce dimostrando tutto il loro desiderio di “alzarsi” e portando la loro forza e la loro resilienza come testimonianza buona. 

Ora è giunto il momento di “alzarsi” nuovamente e “andare”, di lasciarsi abitare da quella “fretta buona” che -a suo tempo- ha abitato anche Maria. “Maria si alzò e andò in fretta” è un versetto del Vangelo di Luca in cui avviene l’incontro tra Maria ed Elisabetta. Riprendendo l’inizio di questo brano, Papa Francesco sottolinea l’azione, lo scatto che fa Maria colma di Spirito Santo. “La fretta della giovane donna di Nazaret è quella propria di coloro che hanno ricevuto doni straordinari del Signore e non possono fare a meno di condividere, di far traboccare l’immensa grazia che hanno sperimentato. È la fretta di chi sa porre i bisogni dell’altro al di sopra dei propri” si legge nel messaggio XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù. È la stessa fretta a spronarci ad alzarci che, oggi, “assume anche il significato di risorgere, risvegliarsi alla vita” dopo due anni di pandemia. Così, all’unisono, i giovani di tutto il mondo -ciascuno nella propria diocesi e poi a Lisbona- sperimenteranno questo risveglio contraddistinto dalla fretta buona: un segno di vera speranza per tutta l’umanità. 

Tutte le informazioni per la GMG diocesana sono disponibili sul sito www.oratoribg.it. Per iscriversi è possibile scrivere una mail a upee@curia.bergamo.it.
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