Testimoni della rivoluzione di quella Parola che si fa uomo

Auguri a tutti gli oratori: il Natale sia un tempo per sostare davanti a un mistero da cui lasciarsi sconvolgere

“Un’idea, un concetto, finché resta un’idea è soltanto un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione”.
Giorgio Gaber
 
Prendo in prestito qualche verso di questa bella canzone del Signor G. intitolata “Un’idea” per far giungere a ognuno di voi i miei più cari e sentiti auguri di Buon Natale. Il grande cantautore milanese esprime in questa canzone un desiderio che è di tutti: che le idee, i concetti e, di conseguenza, le parole diventino talmente veri, autentici e concreti da poter essere “mangiati”, assimilabili. Gaber giustamente intuisce che questo diventa possibile solo a condizione che i concetti, le idee e le parole smettano di essere soffi impercettibili, per trasformarsi in qualcosa d’altro, per diventare eventi, storia, vita: cibo, carne, corpo. Sogno assurdo e impossibile?
Gaber sembra pensarla così, ma ciò che a prima vista appare irrealizzabile forse non lo è.

Lo sanno bene i genitori, come tutti coloro che si trovano a educare, e sono tanti nei nostri oratori, che non bastano parole, prediche, consigli e raccomandazioni: tutte queste cose lasciano il tempo che trovano, se non sono accompagnati dalla testimonianza e dal buon esempio di chi le pronuncia. Cosa significa? Vuol dire che, in qualche modo, si deve anzitutto diventare ciò che si dice, essere ciò che si insegna. Il che esige coerenza fra pensiero, parola, azione: per cui ciò che si pensa è anche ciò che si dice e ciò che si dice è proprio ciò che si fa. Come disse Paolo VI nell’Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi: “L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”.
“La parola deve farsi carne”: ma questo dove lo abbiamo già sentito?! È la logica del Natale! È la logica di Dio! Quando Dio decide di rivolgere la sua ultima parola all’uomo, sa fin troppo bene che non si può limitare a dare consigli, inviti, raccomandazioni o a promettere premi o castighi. Sono tutte solo parole, in fondo, anche se divine. Lui sa bene che non basta, per questo è pronto a farsi carne che significa farsi esempio, vita, comunione piena. Quando Dio decide di parlarci non è una parola che ci rivolge, ma una Persona, Gesù: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

Il Natale questo celebra: il farsi carne, storia, incontro, di Dio, il che è davvero straordinario, magnifico!
E il mistero è ancora più grande e affascinante. Il Signore si spinge oltre, fino a rendere possibile il sogno di Gaber, il sogno dell’uomo: “Se potessi mangiare un’idea” allora sì che tutto cambierebbe, che rivoluzione! E la logica del Natale si compie proprio lì, in quell’Ultima Cena, anticipazione della croce, dove Gesù fa dono di sé facendosi pane spezzato: la Parola si fa cibo, alimento. E ancora una volta Dio si pone nelle nostre mani, proprio come a Betlemme, dove, guarda caso, Gesù nasce in una mangiatoia.

In mezzo alle mille corse che riempiono le nostre vite e che paradossalmente sembrano moltiplicarsi ancor più in questi giorni festa, troviamo il tempo per fermarci un attimo a contemplare questo straordinario mistero. Facciamoci aiutare da quel meraviglioso strumento che la tradizione ci consegna nel presepe. A 800 anni dall’intuizione di San Francesco a Greccio, prendiamoci un momento per sostare con calma davanti al presepe: che sia in casa, in oratorio o in chiesa, prendiamo coraggio e avviciniamoci per riscoprire il valore di un dono così grande. Un dono che siamo chiamati a portare nella quotidianità dei nostri bambini, preadolescenti, adolescenti e giovani. Non stanchiamoci mai di avvicinare alle giovani generazioni a quel bambino che cambia il mondo partendo da una mangiatoia. Delle volte occorrerà attendere, altre spronare scelte coraggiose, altre ancora fare un passo indietro: la relazione con Dio non è mai data una volta per tutte. Ogni giorno si rinnova perché siamo nuovi e il Natale è qui per ricordarcelo. Dio si fa uomo per mettersi in cammino con noi. 

Che questo Natale non sia allora solo pieno di belle parole, di frasi ad effetto stile Baci Perugina, di idee, concetti, astrazioni, ma di vita davvero vissuta, di coerenza e testimonianza… di Gesù! Lasciamoci sconvolgere da questa vera rivoluzione. Semplicemente: Buon Natale a ognuno di voi!
Don Gabriele Bonzi, 

Direttore UPEE

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