Condividere la vita con gli altri per trovare la propria strada

Al via l'esperienza Sicomoro proposta agli adolescenti: "La vita comune e il confronto con gli altri aiutano a riflettere su di sé e sulla propria vocazione"

“Cosa vuoi fare da grande?” è una domanda che tutti si sono sentiti rivolgere almeno una volta nella vita. È una sorta di grande classico che non può mai mancare in un percorso di crescita. Eppure, prima di quell’interrogativo ne esistono molti altri, prima di buttarsi alla ricerca di una direzione nella marea di input circostanti è bello scegliere di condividere una tratta del proprio viaggio con gli altri. Da domenica scorsa, al monastero Matris Domini di Bergamo, alcuni adolescenti hanno iniziato questo cammino insieme dando ufficialmente il via all’esperienza Sicomoro. 

Il Sicomoro è la proposta diocesana di vita comune rivolta agli adolescenti di terza, quarta e quinta superiore. Vivranno insieme per cinque settimane durante questo anno pastorale, guidati e accompagnati da un’equipe composta da educatori, coppie di genitori, sacerdoti della fraternità presbiterale di riferimento, insegnanti di religione, psicologi, sacerdoti impegnati nel servizio vocazionale e le suore che li accoglieranno nella loro struttura. L’esperienza è alla sua prima partenza e desidera accogliere le sfide che questi adolescenti vivono quotidianamente per rileggerle nella dimensione vocazionale e spirituale. “Dentro il contesto odierno -spiega don Massimo Colombo, uno dei sacerdoti dell’equipe- proporre un’esperienza del genere significa invitare gli adolescenti a uscire da sé e andare incontro all’altro. In una società sempre più individualista, tutto ciò non è per niente scontato, ma rappresenta un passo importante per la propria crescita e per la conoscenza di sé”. 

Ed è proprio dalla conoscenza di sé che ha preso il via la prima settimana del Sicomoro. Tra giochi e momenti di riflessione, gli adolescenti hanno potuto esternare attese, paure e motivazioni rispetto ai prossimi giorni da vivere insieme. La settimana corrente avrà come obiettivo la conoscenza reciproca tra adolescenti ed educatori che, passo dopo passo, scopriranno sempre di più cosa rappresenti per loro il Sicomoro condividendo non solo l’informalità del vivere insieme, ma anche attività pensate ad hoc come la cena con delitto in Seminario e il confronto con gli psicologi. “La vita comune è un momento in cui mettere in discussione la propria vita -racconta Francesco Bravi, uno degli educatori dell’equipe Sicomoro-. Solo grazie alla vita, al contributo e allo sguardo degli altri è possibile interrogarsi e crescere in modo significativo”.

L’uscita da sé è il primo passo chiesto a tutti partecipanti a cui ne seguiranno presto degli altri con l’obiettivo di mettere al centro la propria vocazione. Una parola che, spesso, nell’immediato è associata a una determinata scelta di vita, ma che in realtà riguarda ciascuno di noi da vicino. “L’esperienza del Sicomoro è un’esperienza vocazionale in senso ampio -aggiunge Francesco-. Il desiderio è che gli adolescenti, all’interno di questa esperienza, possano veramente mettere in discussione la propria vita guardando alle scelte che saranno chiamati a prendere. Qui, insieme, proviamo a comprendere come le loro qualità possano portare frutto e possano essere spese nella loro vita. Una vita che non va avanti per inerzia, ma che prosegue grazie alle loro scelte e alle persone che, insieme con loro, provano a camminare sulla stessa strada condividendo sia la fatica che la felicità”. 

Acquisire sempre più consapevolezza delle proprie caratteristiche rileggendo ciò che si vive nella quotidianità è già un passo importante, ma al Sicomoro, su quell’albero che cambia la prospettiva della propria vita, non ci si ferma qui. “Nell’invitare gli adolescenti a riflettere su di sé, l’obiettivo non è quello di trovare una risposta alla classica domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, ma l’attenzione è rivolta più sull’interrogativo “Chi sono?” per poi provare a rispondere a un altro grande quesito: “Per chi sono?”. Sono domande di cui prendersi cura” ha sottolineato don Massimo ricordando come anche la dimensione spirituale giochi un ruolo fondamentale nel discernimento e nella crescita di ciascuno. “La fede cresce con te e durante i giorni di residenzialità ci ritaglieremo dei momenti per prenderci cura della relazione con Dio. Chiedersi cosa il Signore desideri per noi, aiuta a soffermarsi sulle domande importanti della propria vita e a scendere in profondità”. Gli adolescenti del Sicomoro sono in viaggio. Il sentiero può risultare complesso, ma, allo stesso tempo, racchiude il fascino dei grandi cammini condivisi con i propri compagni di viaggio. Non resta che camminare per conoscersi e conoscere sempre di più il desiderio di Qualcuno che ci ama sin dal primo passo.  
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