Vivere la GMG nel quotidiano per essere costruttori di pace

Insieme per la pace: l'appuntamento in Città Alta per riflettere e pregare per la pace

Giovani in viaggio, giovani in cammino nel quotidiano, giovani capaci di essere testimoni e giovani ancora in ricerca: chi ha vissuto la GMG, oggi potrebbe ritrovarsi in una di queste descrizioni, in tutte oppure in nessuna di queste. Questo perché la Giornata Mondiale della Gioventù è un evento di portata internazionale che riesce a coinvolgere milioni di giovani, capace di scuotere ciascuno personalmente in un modo unico e autentico. Ogni giovane di quel milione e mezzo che si è ritrovato a Campo do Graçia, è tornato alla quotidianità continuando a tessere la propria storia arricchito dai giorni trascorsi a Lisbona, dalle esperienze vissute e dalle parole ascoltate.

Anche i giovani bergamaschi ne hanno fatto esperienza e qualcuno di loro ha scritto una lettera alla GMG per l’ultimo numero de Il Cantiere. Quattro storie raccontate per mettere nero su bianco il proprio grazie, ma anche per immaginare i prossimi passi dopo una tappa così significativa. Com’è stato per Rosalinda e Angelo, una coppia di futuri sposi dell’oratorio di Paratico, che hanno scelto così di affidare al Signore la loro vita insieme. “A Cracovia, nel 2016, ci siamo incontrati per la prima volta e nel 2023, a Lisbona, ci siamo tornati da futuri sposi -scrivono-. Siamo andati in Portogallo per rivivere l’esperienza della GMG e curare il prossimo passo che vivremo insieme: il nostro matrimonio. Ci auguriamo di non dimenticare mai le sensazioni che abbiamo provato in quei giorni e che queste siano le fondamenta della nostra vita insieme”.

Tra i mittenti di queste lettere ci sono anche due giovani in ricerca: Davide, un seminarista dell’oratorio di Mozzo, e Pietro che si presenta come “un giovane in cammino” dall’oratorio di Cologno al Serio. Entrambi si descrivono come due giovani cercatori ed entrambi sono stati arricchiti dall’incontro con l’altro. “Alla GMG ho imparato a imparare – sottolinea Pietro-. Dalle situazioni, dai posti e dalle persone che non ho cercato o desiderato, ma che mi sono trovato di fronte e che, in modo del tutto inspiegabile, mi hanno lasciato qualcosa. Penso a chi, a Sao Mamede, mi ha concesso uno spazio per dormire, per lavarmi, a chi ha cucinato per tutti noi, senza avere idea di chi fossimo e che ha fatto tutto ciò con entusiasmo e calore”. Incontri che ti cambiano e che ti spronano a continuare la ricerca. “Alla spianata ho vissuto un momento molto spontaneo e autentico -racconta Davide- in cui mi sono trovato in cerchio con tanti giovani di diversi Paesi. Tutti insieme abbiamo parlato di argomenti forti, condividendo i nostri “frammenti di vita” e alla fine un momento di preghiera. Questi giorni sono stati una scintilla che ha alimentato il fuoco e la sete di cercare il Signore e stare con Lui: spero di continuare a camminare per trovare una felicità che diventa dono per gli altri”.
Infine, non poteva mancare la voce di una testimone, una mamma che ha vissuto la GMG attraverso i racconti della figlia fatti di messaggi scritti lungo il viaggio e di chiacchierate dopo il rientro a casa. “Mi sono sentita incredibilmente vicina a loro. Il loro entusiasmo è diventato il mio -scrive Alida dall’oratorio di San Giuseppe Dalmine-. Rimane una sensazione di universalità. Tutti, indipendentemente da etnia e cultura, erano nello stesso posto e parlavano la stessa lingua, quella dell’amicizia. Questa è un’esperienza che ti accompagna per tutta la vita. Carlotta ne è la prova: quando riporta alla luce qualche ricordo, si riaccende quella fiamma di entusiasmo e gioia che aveva negli occhi al suo ritorno”.

Riportare i pensieri a Lisbona non significa mettersi alla ricerca di un rifugio nei ricordi, ma piuttosto rileggere le emozioni provate e le parole ascoltate nell’oggi per comprendere cosa vogliano comunicare alla nostra vita. Lo sventolare di bandiere diverse una accanto all’altra in un clima di festa e di gioia, è realizzabile nel quotidiano? Secondo Papa Francesco sì ed è proprio per questo che il Santo Padre ha chiesto a tutti i giovani di essere testimoni di quanto vissuto a Lisbona nella quotidianità. Ora quel milione e mezzo di fratelli è posto di fronte a una grande sfida ovvero diventare costruttori di pace.

Proprio per questo motivo, domenica 26 novembre, in occasione della GMG diocesana, la Diocesi di Bergamo ha invitato tutti -in particolar modo i giovani- a riflettere e pregare insieme attorno al tema della pace, proprio come sottolineato nel titolo dell’iniziativa, “Insieme per la pace”. L’evento sarà caratterizzato da tre momenti grazie alla rete organizzativa che ha coinvolto uffici pastorali come Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, Ufficio Pastorale Età Evolutiva, Caritas Bergamasca, Centro Missionario e Ufficio Migranti, accanto a realtà ecclesiali e non, come le ACLI, la rete della pace e disarmo bergamasca, gli scout AGESCI e CNGEI, Centro Servizi al Volontariato, Sermig e i sindacati CISL e CGIL. Si comincerà alle ore 15.00 con la visita ai “Punti di pace”, stand e incontri con giovani, realtà ed associazioni in Città Alta che si impegnano per la pace in differenti ambiti di impegno: mondialità, migrazioni, lavoro, lotta alle disuguaglianze. Per le 18.00 si continua in Chiesa Ipogea del Seminario per partecipare al dialogo “Parole di pace” tra alcuni giovani e don Sergio Massironi (teologo del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale). A chiudere l’appuntamento sarà la veglia con il vescovo Francesco, “Preghiera di pace”. Questo momento sarà un’occasione di incontro dopo la GMG vissuta insieme a Lisbona e di preghiera per un mondo più fraterno. Perché la pace si costruisce dall’alto e dal basso: Dio dona la pace all’uomo che ne diventa custode e coltivatore. 
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