E se il Cre varcasse i confini dei nostri oratori? E addirittura quelli diocesani? Non è solo un’ipotesi, ma ormai una realtà!
Tra il 30 aprile e il 2 maggio tre animatori della pastorale giovanile e Don Gabriele Bonzi, direttore dell’Ufficio Pastorale Età Evolutiva, sono volati fino in Sardegna per raccontare il progetto Cre-Grest. La richiesta è arrivata direttamente dalla diocesi di Ales-Terralba, più precisamente dal direttore della pastorale giovanile vocazionale, don Emmanuele Deidda, il cui desiderio era quello di sentir raccontare il progetto, che da anni anima e caratterizzata il Cre degli oratori sardi, direttamente dalla voce di chi ogni anno mette testa, passione, tempo e gratuità al servizio di esso.
Da desiderio l’incontro è diventato realtà con un programma strutturato su due giornate di viaggio, visita, presentazione e formazione legate al Cre. I partecipanti erano un centinaio tra don, coordinatori e animatori provenienti da tutti gli oratori della diocesi di Ales-Terralba.
La giornata di presentazione è stata organizzata su tre parti. Durante la mattinata don Gabriele e gli animatori bergamaschi hanno presentato il tema, ovvero il Giubileo, con le sue declinazioni tematiche e tutti gli strumenti racchiusi nel manuale del Cre. Sul finire della mattinata è stata celebrata la Santa Messa con tanto di canti in sardo. Mentre nel pomeriggio i partecipanti hanno potuto scegliere tra vari workshop tematici: animazione, coordinatori, preghiera, laboratori, gioco e informalità. Il tutto si è concluso con l’intervento e saluto di Mons. Roberto Carboni, vescovo della diocesi di Ales-Terralba, che ha ricordato a tutti presenti che si è “chiamati per nome”, specialmente nel periodo estivo, pronti a camminare accanto a Gesù per riconoscerlo.
Presentare il tema, il manuale e il progetto del Cre in terra sarda è significato trovarsi di fronte occhi meravigliati, orecchi pronti ad ascoltare ogni parola, menti pronte a non tralasciare la memorizzazione di nessun dettaglio e tanta voglia di scambio e condivisione. Nonostante la fatica nel trovare animatori che non siano lontani per l’università e nel contrastare le giornate estive spesso troppo calde, i ragazzi sardi hanno voglia di continuare a vivere e far vivere l’esperienza estiva con l’obiettivo di provare a restituire la bellezza che per anni hanno vissuto. Lo fanno organizzando il Cre nel tardo pomeriggio e la sera quando il clima lo permette e il tempo è più disteso. “In oratorio e al CRE ci si toglie dalla testa che Gesù è noia!” così è come Niccolò, membro dell’equipe di pastorale giovanile, vede le potenzialità per bambini e ragazzi del progetto estivo. “Al Cre ci si ritrova, in un ambiente che torna ad essere quotidiano e familiare. È un’occasione che non possiamo lasciarci scappare!” dice don Emmanuele.
“Torniamo a casa arricchiti da suggestioni e strade nuove con cui abbiamo visto vivere e annunciare il Vangelo e con il rinnovato desiderio di fare sempre meglio perché sentiamo la responsabilità di un progetto che, ad oggi, ha una taratura nazionale ed extra-nazionale. Torniamo a casa con l’intensità di sentire di aver condiviso un qualcosa in cui crediamo tanto, tutti” conclude don Gabriele, ed è così: è bello scoprire che siamo accomunati dalla stessa volontà di vivere insieme la cura, il gioco, la responsabilità in oratorio. In sintesi: di vivere l’oratorio perché ci crediamo tanto, proprio tutti.