Arriva l’estate e negli oratori si inizia a guardare con fermento al “mese più bello dell’anno” diceva una battuta dell’ultima presentazione: il Cre è alle porte e ora è tempo degli ultimi preparativi. Gli ultimi passi di un percorso iniziato quando il caldo e il sole sembravano solo un miraggio. All’interno di questo cammino c’è stato spazio anche per la formazione dei coordinatori e degli animatori, due proposte formative che in questi giorni stanno aiutando a tirare le fila per andare incontro al Cre con maggior consapevolezza.
Nel frangente formativo dedicato agli animatori, l’Ufficio Pastorale per l’Età Evolutiva si è speso al servizio degli oratori con i suoi animatori e una fitta rete di collaborazioni a cui hanno preso parte il comitato Csi di Bergamo, la Fondazione Adriano Bernareggi, l’Ufficio per la Pastorale delle Persone con Disabilità, il progetto Fileo e l’Ufficio Migranti. Una proposta formativa suddivisa in pacchetti capaci di spaziare dal tema del Cre all’essere animatore o coordinatore fino alle caratteristiche e alle sensibilità sviluppate in ciascun oratorio. “Formarsi in vista del Cre -spiega Elena Moioli, formatrice UPEE- serve non solo ad arrivare più preparati all'esperienza, ma anche per prendersi cura degli adolescenti e dei giovani. È un’attenzione che li aiuta a sentirsi parte di un cammino di crescita già in corso e che non si concluderà con l’arrivo dell’estate. Insieme si costruisce uno sguardo più consapevole e lo si affina partecipando a questi momenti in cui viene messo al centro il senso dell'esperienza, il significato dell'essere animatore in oratorio, l'importanza della responsabilità che viene ricevuta da un mandato comunitario e anche alcuni strumenti da potersi giocare sul campo quando sarà il momento”.
Formarsi per il Cre è il primo gesto di cura che si fa nei confronti di chi lo renderà possibile come animatori e coordinatori: un pensiero che, a cascata, raggiunge anche i più piccoli della comunità. Negli oratori di Urgnano e Sedrina, due degli oratori che hanno aderito alla proposta formativa diocesana, la relazione è stata messa al centro come il tramite di questa cura. “Abbiamo vissuto una settimana in oratorio per formarci -racconta Erica Pesenti, coordinatrice dell’oratorio di Urgnano-. Dal nostro fare gruppo all’attenzione ai più fragili fino al senso del nostro impegno: tutto concorre a formare gli animatori e tutto è stato messo in evidenza lunga questi sette giorni. La formazione è un modo per permettere a tutti, dai bambini ai volontari più grandi, di vivere al meglio il Cre”. “Il Cre è un’esperienza attrattiva capace di coinvolgere tutta la comunità e l’oratorio non può far altro che accogliere e chiamare questi ragazzi desiderosi di spendersi a favore dell’altro” commenta don Pierangelo Redondi, parroco di Sedrina, raccontando come il Cre significhi anche volti nuovi da accompagnare e una comunità che si mette in moto nella sua interezza. “Al Cre c’è spazio per tutti – aggiunge-. Per i nostri adolescenti non è solo un’esperienza di cura e di protagonismo, ma anche di relazione, di amicizia vera, del vivere come fratelli, uniti e insieme”.
Una volta bussato alla porta dell’oratorio con un sonoro “Toctoc” inizierà il Cre tanto atteso, ma la formazione non smetterà: anzi, è proprio qui che arriva la parte più intensa, impegnativa e bella. “Sappiamo bene che il Cre per gli adolescenti sarà di per sé un'esperienza altamente formativa -conclude Elena-. La formazione non si esaurisce dentro a questi incontri che vengono fatti prima dell'inizio del Cre, ma continua. È una costante che diventa anche più forte dentro l'esperienza che si troveranno a vivere quest'estate”. Un Cre, dunque, che non è meta, ma parte di un cammino più lungo che chiama tutti ad accompagnare gli adolescenti per un tratto intenso e gioioso della loro crescita.