“Qual è il ricordo più bello che hai del Cre?”: tra le dimensioni scritte sul manuale del Cre-Grest, quest’anno c’è anche la memoria. È una dimensione che sprona tutti a ricordare, a impegnarsi nel “riportare al cuore” una storia di cui facciamo parte: la storia della nostra famiglia, del nostro oratorio, del paese e, via via allargando lo sguardo, fino alla storia del mondo. Si prende consapevolezza della propria storia per guardare avanti e assumersi la responsabilità di un domani migliore. Anche la storia del Cre passa di qui e in quella dell’oratorio di Bonate Sotto c’è anche quella di Federico. Federico Previtali è un giovane prossimo ai ventun anni e la sua storia al Cre inizia da molto lontano: ha vissuto il Cre da utente, poi da animatore e questa è la sua seconda estate da coordinatore. Nel frattempo, ha imparato a suonare l’organo, ha debuttato con la compagnia teatrale dell’oratorio, si impegna come catechista e fa tutto questo perché ha a cuore la sua comunità.
Cosa significa spendersi come coordinatore all’interno del Cre?
Per me significa dedicare del tempo. E questo tempo speso a favore degli altri mi permette di prendermi cura di tutte le persone che incontro: gli animatori, i bambini, i ragazzi. Sono giorni di servizio che prende forma attraverso la cura e l’attenzione rivolta ai più piccoli con tanto impegno per accogliere sia le fatiche che l’affetto di ogni relazione. Come coordinatore credo sia importante dare l’esempio agli animatori spronandoli a spendersi per qualcosa di bello e di vero. Nel mio primo anno da coordinatore posso dire di aver visto gli adolescenti raccogliere i frutti del loro servizio nella gratitudine dei bambini e dei ragazzi. E lo faccio perché, prima di tutto, c’è stata una chiamata da parte del mio don. Questo invito a prendere parte, poi, è sostenuto dalla passione che ho per il mio oratorio e per la mia comunità. Stare a coordinamento di una proposta che incontra oltre duecento bambini e ragazzi e circa cento animatori con l’obiettivo di farli star bene è davvero bello. Siamo in oratorio dal mattino alla sera, però il bene che fai ti rende felice e rende felici anche gli altri. Sai che le tue giornate sono piene di tanto bene.
Il tema del Giubileo viene affrontato con sei dimensioni: una di queste è la memoria. Qual è il ricordo più bello che hai del Cre?
È una domanda tosta perché chiede di scandagliare un bel po’ di estati. Il primo ricordo che mi viene in mente è una chiamata: ero ancora un adolescente quando il direttore del coro mi ha chiesto di aiutarlo nella direzione dei canti alla messa di fine Cre. Un altro ricordo bello, legato invece alle giornate passate da “animato”, era quando c'era la storia: mi ricordo che guardavo il palco e come gli animatori si divertivano a mettere in scena il racconto, tanto da convincermi che anch’io un giorno l’avrei fatto. Come si intuisce, non ero un bambino che amava particolarmente i giochi, ma riconosco che il Cre mi ha aiutato a fare discernimento, a scoprire i miei talenti e buttarmi senza paura nelle nuove esperienze.
Cosa ti sei portato a casa di “straordinario” dagli scorsi Cre?
Delle volte il rischio che si corre con gli animatori è quello di vederli “da lontano” e solo come un gruppo, anziché come singoli. La forza del Cre, però, sta nel costruire delle relazioni con tempo e pazienza conoscendo ad uno ad uno gli adolescenti che si spendono a favore dei più piccoli. È in questo legame che si scovano delle sorprese dal valore grande: lì scopri i loro desideri, la voglia di fare, i timori e anche la gioia di mettersi al servizio anche dal più “insospettabile” diciamo. Lì si scopre lo straordinario: il Cre ti fa comprendere a pieno come la relazione superi lo stereotipo. Succede con gli adolescenti, ma anche con tutti i volontari e i bambini che orbitano nel Cre. Fare gruppo con tante persone diverse tra loro è fare comunità. Dalle mamme che preparano la merenda ai volontari che aprono il bar fino all’organizzazione della festa finale: ciascuno contribuisce dando ciò che può. Mi ricordo che da bambino guardavo al Cre come un evento grandissimo e crescendo ho capito che lo è davvero: è un mese straordinario realizzabile solo insieme con tutta la comunità in gioco.
Augura un bel ricordo a tutti coloro che vivranno il Cre
Vi augurio di guardare al Cre come al tempo delle amicizie: i ricordi più cari nascono in questi legami. In particolar modo, auguro a tutti gli animatori e i coordinatori di prestare attenzione a chi ci sta intorno e alle relazioni che si instaurano durante il Cre. Custodiamo quelle dei ragazzi e anche le nostre perché l’esperienza del Cre può essere un terreno comune da cui nasce un confronto e uno scambio di idee anche con chi non vediamo da tempo. Abbiate cura delle relazioni che sono il pezzo forte del Cre!