Bussare alla porta per scovare il Giubileo nella quotidianità

All'oratorio di Carobbio si va di porta in porta per scoprire il tema del Cre

180 bambini e ragazzi e tantissime porte da attraversare: all’oratorio di Carobbio degli Angeli il tema del Giubileo si vive di porta in porta scoprendo da vicino le sei dimensioni con attività, spunti di riflessione e giornate ad hoc.

Richiamando la Porta Santa del Giubileo, la porta è diventata un elemento fondamentale all’interno del Cre. Non solo è protagonista della scenografia pensata per l’estate, ma in oratorio ogni porta è stata decorata a dovere, incluso il cancello d’ingresso a cui è stato aggiunto il versetto del Vangelo “Io sono con voi tutti i giorni”, sottotitolo del Cre 2025. ““Abbiamo scattato una foto ad ogni partecipante di fronte al cancello dell’oratorio -spiega Jessica Sangaletti, coordinatrice dell’oratorio di Carobbio- per poi consegnargliela in una sorta di album che hanno completato di settimana in settimana con le loro riflessioni e i loro appunti”. 

Da quel momento è stata tutta una questione di porte. Una porta da attraversare il primo giorno, come tutti i giorni del Cre, per sperimentare il raduno. Un’altra a cui sostare per riposare dando il giusto tempo e spazio alla rilettura al termine di un’attività. E, infine, altre quattro porte speciali per vivere a pieno il Cre: porta te stesso, porta al cuore, porta pace e porta allegria. La prima era pensata per riflettere sulla dimensione del rito in cui ciascuno ha potuto scoprirne le origini e inventare uno nuovo. La seconda era un modo per ricordare, portare al cuore, e sentirsi parte di una storia comune, pietra viva di una comunità. 

Portare pace, oggi, è una grande sfida che i bambini e i ragazzi dell’oratorio di Carobbio hanno accolto con entusiasmo andando a bussare alle porte di IncontraCre. Una volta tornati a casa hanno posto l’accento su tre caratteristiche della riconciliazione: la parola “scusa”, il perdono e la misericordia. “Abbiamo provato a raccontare come la riconciliazione richieda il coraggio dell’abbattere un muro che sembra difenderci, ma che in realtà ci impedisce di incontrare il nostro prossimo -sottolinea Jessica-. L’ultimo passo è stato quello di scrivere una lettera a una persona che facciamo fatica a perdonare perché possa essere una spinta in grado di far crollare il muro”. 

L’ultima porta, con la quale tutti sono chiamati a portare l’allegria, verrà spalancata l’ultima settimana con una grande festa in cui tutti saranno protagonisti. A pochi giorni dall’atto finale, l’augurio di Jessica è solo uno: “Il Cre è un’esperienza di condivisione vera che aiuta a guardare verso il prossimo. I nostri ragazzi non vivono fuori dal mondo: vengono raggiunti anche loro da tante notizie negative. Speriamo che questa esperienza abbia donato loro una prospettiva nuova verso il prossimo e la speranza per costruire un mondo migliore”. 
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