Non è una novità dell'ultima ora, ma una proposta consolidata che di anno in anno continua a evolversi all'oratorio di Nembro. Parliamo del progetto D&G, originariamente intitolato "Davide e Golia". Recentemente, con un tocco di ironia, il responsabile Gianluca Cortesi lo ha ribattezzato "Dio e Gianluca". Questo progetto offre agli adolescenti del territorio uno spazio unico di crescita, divertimento e condivisione.
Durante il Cre, il gruppo animatori è molto numeroso; con ben 6 animatori per ogni squadra e un totale di 24 squadre. Le squadre sono suddivise per fasce d'età: 6 per la fascia S (prima e seconda elementare), 6 per la M (terza e quarta elementare), 6 per la L (quinta elementare e prima media) e infine 6 per la XL (seconda e terza media). Proprio per questo, nei giorni in cui le attività si concentrano in oratorio si cerca di curare anche la crescita degli animatori. Due animatori per squadra vengono “staccati” dal gruppo per dedicare loro del tempo specifico. A questi adolescenti vengono proposti diversi laboratori, tra cui teatro, sport, attività artistiche e iniziative socialmente utili. Grazie a un accordo con il Comune, i ragazzi partecipano attivamente a progetti di riqualificazione ambientale del loro paese.
Questo forte coinvolgimento degli adolescenti è iniziato a marzo con incontri di formazione, portando i ragazzi a costruire insieme il Cre passo dopo passo. Il percorso si conclude con un campo adolescenti dopo l'esperienza al mare, un momento significativo di condivisione e riflessione che rafforza i legami e l'impegno.
Gianluca, coordinatore dell'Oratorio di Nembro e in particolare del progetto D&G, sottolinea l'importanza del ruolo dell'animatore: “Crediamo che il ruolo dell'animatore sia importante e vada svolto con serietà. Riteniamo quindi giusto che anche i ragazzi abbiano uno spazio per loro, nel quale sfogarsi. Pretendiamo da loro che siano un buon esempio per i più piccoli, anche nel linguaggio o nei modi di fare, e proprio perché chiediamo loro tanto vediamo anche la necessità di una valvola di sfogo, in cui vivere un momento per loro stessi. Al giorno d'oggi è sempre più complesso educare al servizio; i nostri ragazzi non sono più abituati a fare volontariato, cercano sempre qualcosa in cambio. Noi, con il nostro progetto, vogliamo puntare anche sulla crescita dei legami che si possono instaurare tra loro e li stimoliamo a fare sempre meglio”.