Un’esperienza di comunità che costruisce tanti bei ricordi

Il Cre dell'oratorio di Pradalunga è iniziato con un augurio speciale: "Non abbiate paura"

“Chiudete gli occhi, immaginate di essere in un prato verde, seduti al sole con Gesù che vi passa accanto e vi dice: non abbiate paura”. Don Riccardo Bigoni, parroco di Pradalunga e Cornale, inizia così il momento di preghiera e improvvisamente le parole del salmo 22 non possono che suonare più concrete e comprensibili per i 180 bambini del Cre. Siamo solo all’inizio di questo mese, eppure il clima che si respira è già familiare e di comunità. 180 bambini e 70 tra animatori e coordinatori sono pronti a divertirsi, giocare, stare insieme e costruire, per un altro anno, tanti bei ricordi. Quest’anno, per la prima volta, c’è don Riccardo, arrivato a settembre e ora alle prese con il primo Cre Pradalunghese. 

Un Cre che sa di tradizioni, novità e di pensiero, a partire dalle gite inserite nel programma: il parco acquatico Le Vele l’ultima settimana, Movieland, come da tradizione Gita al Santuario della Forcella e, per finire, alla chiesa giubilare di Ardesio. Quest’anno il tema è il Giubileo e al Cre di Pradalunga verranno affrontate tutte e sei le dimensioni del tema attraverso attività e momenti di preghiera e riflessione. Il tutto si concluderà visitando una chiesa giubilare e cogliendo il significato profondo di questa esperienza.

Marco Bergamelli, da ormai tre anni coordinatore del Cre, dalle precedenti esperienze si porta una “saggezza situazionale”. “Alla prima esperienza non sai mai bene quanto intervenire e quando sei legittimato. Avere un po’ di esperienza alle spalle e studiare formazione primaria mi aiuta nel capire come educare in ogni situazione”. Relazione, ascolto, tolleranza e aiuto sono solo alcune delle parole che raccontano il suo stare in mezzo agli animatori per riuscire a lavorare al meglio con tutti.   

“Come ricordo del Cre spero rimanga quello di un’esperienza vera di comunità, di fratelli maggiori che si prendono cura e di fratelli minori da custodire, proprio come in una grande famiglia. Mi auguro che gli adolescenti sperimentino e capiscano che la chiave per essere felici è provare a rendere felici gli altri”. Così don Riccardo fa emergere la dimensione della memoria. Ricordarsi del bello vissuto è il primo passo per tornare in oratorio durante l’anno con ancora la gratitudine negli occhi. 

“Mi auguro che ci si renda conto che tutta questa bellezza è un dono del Signore”. Quale miglior augurio di questo? Cari bambini, ragazzi, don e animatori non abbiate paura: divertitevi, godetevi questo mese e cogliete tutte le belle occasioni che il Cre, insieme alle persone che lo abitano, vi offrirà.
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