Qui è iniziato il mese più atteso dell’anno

L'oratorio di Valtesse ha aperto ufficialmente le porte del Cre 2025

Esiste un periodo dell’anno, per essere più precisi un mese, tanto atteso da bambini, ragazzi e adolescenti. All’oratorio di Valtesse San Colombano l’attesa si è conclusa lo scorso 9 giugno quando i cancelli si sono aperti dando ufficialmente il via al Cre. Così un’ondata di circa 200 tra bambini e ragazzi ha invaso e colorato il cortile dell’oratorio accolti da una settantina di adolescenti che hanno scelto di spendersi come animatori. 

Il mese più atteso è finalmente iniziato e all’oratorio di Valtesse già si intravedono delle caratteristiche che rendono straordinario questo Cre come raccontano i coordinatori Barbara Foresti e Fabrizio Crotti. “Il Cre è un’esperienza di comunità perché tutti si spendono per le giovani generazioni. Per quattro settimane l’attenzione è rivolta qui, in oratorio, verso i più piccoli. È un’azione di comunità che richiede impegno sia da parte nostra come coordinatori e animatori che parte dei partecipanti nel mettersi in gioco tra le tante proposte. Ogni attività è pensata per far divertire e riflettere ed è costruita per includere tutti”. 

Raccontare il tema del Giubileo alle giovani generazioni significa prendersi del tempo per declinare con linguaggi diversi i grandi messaggi di un anno così speciale. Ogni venerdì, infatti, è previsto un momento di preghiera e riflessione in chiesa per rileggere tutta la settimana alla luce del Giubileo e delle sue sfaccettature. Ci si ritrova per pregare in un luogo speciale per sottolineare l’importanza di quel tempo speso per fermarsi a riflettere. A porre l’accento sul tema sarà una gita prevista nelle prossime settimane che vedrà bambini, ragazzi e animatori camminare insieme verso il Duomo di Bergamo per vivere il rito del passaggio simbolico della Porta Santa. 

La straordinarietà, però, la si può scovare anche nella quotidianità. “Qui tutti i partecipanti ti trasmettono speranza -concludono Barbara e Fabrizio-. Nel 2025, con le notizie che rimandano di continuo le ferite del mondo, vedere questi bambini, ragazzi e adolescenti stare insieme è come vedere accendersi una luce. È una scintilla di speranza che dona nuova luce alla quotidianità e che va custodita anche al di fuori del Cre giorno dopo giorno perché sia uno stile attraverso cui abitare e vivere il mondo. Anche qui, con speranza, si costruisce la società di domani con la semplicità dello stare insieme e questo è davvero straordinario”. 
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