Esiste un periodo dell’anno, per essere più precisi un mese, tanto atteso da bambini, ragazzi e adolescenti. All’oratorio di Valtesse San Colombano l’attesa si è conclusa lo scorso 9 giugno quando i cancelli si sono aperti dando ufficialmente il via al Cre. Così un’ondata di circa 200 tra bambini e ragazzi ha invaso e colorato il cortile dell’oratorio accolti da una settantina di adolescenti che hanno scelto di spendersi come animatori.
Il mese più atteso è finalmente iniziato e all’oratorio di Valtesse già si intravedono delle caratteristiche che rendono straordinario questo Cre come raccontano i coordinatori Barbara Foresti e Fabrizio Crotti. “Il Cre è un’esperienza di comunità perché tutti si spendono per le giovani generazioni. Per quattro settimane l’attenzione è rivolta qui, in oratorio, verso i più piccoli. È un’azione di comunità che richiede impegno sia da parte nostra come coordinatori e animatori che parte dei partecipanti nel mettersi in gioco tra le tante proposte. Ogni attività è pensata per far divertire e riflettere ed è costruita per includere tutti”.
Raccontare il tema del Giubileo alle giovani generazioni significa prendersi del tempo per declinare con linguaggi diversi i grandi messaggi di un anno così speciale. Ogni venerdì, infatti, è previsto un momento di preghiera e riflessione in chiesa per rileggere tutta la settimana alla luce del Giubileo e delle sue sfaccettature. Ci si ritrova per pregare in un luogo speciale per sottolineare l’importanza di quel tempo speso per fermarsi a riflettere. A porre l’accento sul tema sarà una gita prevista nelle prossime settimane che vedrà bambini, ragazzi e animatori camminare insieme verso il Duomo di Bergamo per vivere il rito del passaggio simbolico della Porta Santa.
La straordinarietà, però, la si può scovare anche nella quotidianità. “Qui tutti i partecipanti ti trasmettono speranza -concludono Barbara e Fabrizio-. Nel 2025, con le notizie che rimandano di continuo le ferite del mondo, vedere questi bambini, ragazzi e adolescenti stare insieme è come vedere accendersi una luce. È una scintilla di speranza che dona nuova luce alla quotidianità e che va custodita anche al di fuori del Cre giorno dopo giorno perché sia uno stile attraverso cui abitare e vivere il mondo. Anche qui, con speranza, si costruisce la società di domani con la semplicità dello stare insieme e questo è davvero straordinario”.