La nostra vita, come suggerito dalle parole di Papa Francesco nel messaggio per la XXXIX Giornata Mondiale della Gioventù, è davvero un pellegrinaggio, un viaggio continuo che ci spinge a varcare i confini del nostro io, a intraprendere un cammino interiore alla ricerca della felicità, della pace e del significato più profondo della nostra esistenza. Questo concetto di viaggio, sia fisico che spirituale, è stato il cuore pulsante di un'esperienza indimenticabile vissuta da venticinque giovani della diocesi, che venerdì 20 settembre hanno iniziato il loro percorso lungo il "Sentiero del Viandante", situato nella splendida cornice della provincia di Lecco, affacciata sulle acque cristalline del lago di Como. Un trekking, quello intrapreso, che ha unito l'aspetto fisico del cammino a una profonda riflessione spirituale, guidato sapientemente da due sacerdoti, don Massimo Colombo e don Gabriele Bonzi.
La figura biblica di Tobia è stata il simbolo di questo viaggio, una storia di fede e maturazione interiore, che ha accompagnato il cammino dei giovani partecipanti. Nella Bibbia, Tobia affronta un lungo viaggio che lo porta a scoprire il senso della propria fede e a instaurare un legame più profondo con Dio. Durante il suo viaggio, Tobia non è solo: è accompagnato dall'angelo Raffaele, a cui si affida completamente, confidando nella sua guida per affrontare le difficoltà e i momenti di dubbio. Allo stesso modo, i giovani pellegrini hanno affrontato il loro cammino con lo spirito di chi cerca qualcosa di più grande, affidandosi alla guida dei loro sacerdoti e cercando di scoprire nuovi aspetti di sé e del proprio rapporto con il divino.
Il percorso è iniziato ad Abbadia Lariana, lungo le rive del lago, un inizio che ha richiamato l'idea del viaggio come movimento, come passaggio da un luogo all'altro, non solo nello spazio fisico ma anche nella dimensione interiore. La prima giornata si è conclusa nella suggestiva località di Lierna, dove il gruppo è stato accolto calorosamente nell’oratorio del paese. La giornata successiva ha visto i giovani affrontare la tappa più lunga e impegnativa, da Lierna fino a Bellano, un percorso non privo di difficoltà, ma ricco di bellezza e significato. Il sentiero ha condotto i pellegrini attraverso paesaggi mozzafiato, tra salite impegnative e discese che attraversano luoghi spettacolari, costeggiando le scogliere e le montagne che si affacciano sul lago di Como.
Durante il cammino, i ragazzi hanno avuto diverse occasioni per fermarsi e riflettere su temi importanti, proposti dalle guide spirituali che li accompagnavano. Questi temi, profondamente legati alla vita di ciascun giovane, sono stati un’occasione per riflettere su questioni che spesso, nella frenesia della vita quotidiana, non trovano spazio. Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù, invita i giovani a cercare quel senso più profondo che spesso sembra sfuggire. È una ricerca che richiede impegno, fatica, ma che è fondamentale per la crescita e la maturazione personale e spirituale.
Uno dei momenti più toccanti del cammino è stato quando, al termine della seconda tappa, si è riflettuto sulla fatica, non solo quella fisica ma anche quella spirituale. Le parole di Papa Francesco sono state un incoraggiamento per i pellegrini a non arrendersi di fronte alla stanchezza, ma a proseguire nel loro cammino con fiducia e speranza: “La soluzione alla stanchezza, paradossalmente, non è stare fermi per riposare. È piuttosto mettersi in cammino e diventare pellegrini di speranza.” Questa riflessione ha toccato nel profondo i giovani, che hanno condiviso tra loro non solo il peso della fatica fisica, ma anche quello delle sfide spirituali e personali che ciascuno porta con sé nel proprio viaggio di vita.
La tappa conclusiva della domenica ha visto il gruppo partire dall’oratorio di Bellano, dove erano stati accolti la sera precedente, per poi dirigersi verso l’Abbazia di Piona, un luogo di pace e spiritualità che ha segnato la fine del cammino. Qui, immersi nella bellezza e nella quiete dell’antica abbazia, i giovani hanno partecipato alla celebrazione della Messa, un momento di raccoglimento e ringraziamento per l’esperienza vissuta. La messa è stata un’occasione per riflettere su quanto appreso durante il cammino, e ciascun giovane ha avuto la possibilità di condividere con gli altri ciò che avrebbe portato con sé da quell’esperienza. Ogni giovane ha scelto una parola simbolica da mettere nello "zaino", un gesto che simboleggia ciò che il pellegrinaggio aveva aggiunto alla sua vita.
Questo momento conclusivo ha richiamato quello iniziale, quando i ragazzi, ancora estranei l’uno all’altro, si erano presentati condividendo ciò che portavano con sé da offrire agli altri, non solo in termini materiali, ma soprattutto spirituali. È stato impressionante vedere come, nel corso del cammino, quei giovani, inizialmente sconosciuti, fossero diventati una sorta di famiglia, uniti dall’esperienza condivisa, dalla fatica e dalla gioia di affrontare insieme un percorso così intenso e significativo. Il cammino non è stato solo un viaggio attraverso paesaggi mozzafiato, ma soprattutto un viaggio interiore, un percorso che ha toccato profondamente ciascuno di loro.
La condivisione della fatica e della bellezza del cammino ha creato un legame speciale tra i partecipanti, rendendo questa esperienza ancora più ricca e indimenticabile. Il Sentiero del Viandante, con i suoi paesaggi incantevoli e i suoi percorsi impegnativi, ha offerto la cornice perfetta per un’esperienza di pellegrinaggio che ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei giovani pellegrini. Il loro cammino non si è concluso con l’arrivo all'abbazia, ma continuerà nella vita di ciascuno di loro, arricchito da nuove consapevolezze e da un legame più profondo con Dio e con gli altri.