In équipe educativa con e per le persone

Il corso base di primo livello continua ad accogliere nuove équipe educative

“Essere con e per le persone”: è questo ciò che ha lasciato il corso pensato per le équipe educative e i nuovi membri di équipe ai partecipanti. Novembre è stato tempo di formazione anche per loro con il corso base di primo livello svolto in due incontri presso il Centro Oratori di Bergamo.

Un breve percorso formativo che è stato più di un’introduzione allo strumento indicato dalla diocesi di Bergamo per la regia degli oratori. Il corso ha rappresentato una cartina tornasole importante sullo stato di salute delle équipe educative e un’occasione di confronto preziosa per chi è stato chiamato a svolgere questo servizio nel proprio oratorio. Al corso base di primo livello, ogni anno approdano oratori e volti nuovi, sintomo di come il movimento sia attivo e vitale, capace di allenare una cura che passa anche attraverso la formazione. 

Attorno al tavolo era seduti membri di équipe provenienti da realtà con strutture, situazioni e territori molto eterogenei tra loro. C’era chi arrivava da un oratorio in unità pastorale con la presenza del curato, chi invece è in cammino verso l’unità pastorale con il parroco e chi non ha più il curato: persone e situazioni diverse accomunate dalla stessa passione per l’oratorio come raccontano Jacopo e Filippo. “Ciò che mi ha spinto a dire sì alla chiamata ad entrare nell’équipe educativa è la passione –spiega Jacopo dell’oratorio di Premolo-. Stare, aiutare ed educare in oratorio sono azioni che ho sempre vissuto con grande impegno e ora posso rigiocare tutte queste energie in un servizio rinnovato”. “Mi piace l’idea di costruire qualcosa di buono nella nostra comunità – sottolinea Filippo dell’oratorio di Paladina-. Vedere diversi gruppi che lavorano insieme e condividono una linea comune non può che far crescere la collaborazione e mettere in comunione le energie, le idee e le risorse”. 

Nonostante il territorio eterogeneo della diocesi di Bergamo, l’équipe educativa si conferma come una forma di regia possibile in ogni oratorio e, in uno scenario così variopinto, ad arricchire l’esperienza è il confronto. “Torno a casa più tranquillo” racconta Jacopo sorridendo al termine del percorso formativo in cui ha scoperto come tutti condividano timori e sogni attorno alla regia dell’oratorio. “Abbiamo tutti paura di sbagliare e un grande desiderio di metterci in gioco – aggiunge-. È del tutto normale perché siamo dei volontari che hanno scelto di essere con e per le persone”. Un’idea coraggiosa a cui sono state date “gambe”, ovvero “strumenti e attenzioni da attuare” come dice Filippo: “Si tratta di aver cura e di guardare sia all’interno che all’esterno dell’équipe facendo passare messaggi chiari”. 

Ora le équipe educative e nuovi membri proseguono il loro cammino in oratorio arricchiti da uno stile sperimentato e riletto insieme. Lo stesso che ha caratterizzato il cammino della Chiesa Italiana negli ultimi anni: uno stile sinodale da allenare e vivere anche in oratorio non fermandosi all’immaginario delle possibilità, ma vedendole prendere corpo e forma nel servizio. 
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