Un’occasione di incontro, condivisione, scoperta, approfondimento, preghiera e riflessione per 54 adolescenti della diocesi di Bergamo: dati alla mano, il corso residenziale di Mezzoldo si potrebbe descrivere così. Dal 20 al 24 Agosto presso il rifugio Madonna delle Nevi, i corsisti si sono ritrovati “catapultati” nella splendida cornice della Val Brembana per una formazione pensata ad hoc per coloro che desiderano impegnarsi in oratorio. Ad accompagnarli e guidarli c’erano: don Gabriele Bonzi, direttore dell’Ufficio Pastorale Età Evolutiva, Elena Moioli, coordinatrice del progetto, Federica Crotti e Chiara Savio, anch’esse impegnate in ufficio, e gli animatori diocesani, che sono stati “fratelli maggiori” per tutti quanti i ragazzi.
Ebbene, ma cosa è Mezzoldo? Di per sé è molto difficile dare una definizione di questa esperienza, in quanto essa assume molti volti diversi: da un lato è un corso di formazione, dall’altro è occasione di amicizia e fraternità; per certi versi è un “campo residenziale”, per altri ha le caratteristiche di un percorso di spiritualità. Mezzoldo non è solo un paesino di montagna, è tante cose anche se si rivolge a un “pubblico” ben preciso: l’esperienza, infatti, è pensata per tutti quei ragazzi che, alla soglia della maggiore età, si spendono e desiderano spendersi in oratorio e stanno per ricevere dei ruoli di responsabilità. Ecco la prima particolarità: a Mezzoldo non ci si iscrive per volontà propria, ma si viene in qualche modo mandati dal proprio don o dalla propria equipe educativa. C’è una piccola, ma fondamentale chiamata che simboleggia quella voce della Chiesa che cerca di scorgere “operai per la sua messe”.
Così si arriva al rifugio Madonna delle Nevi, dove, dopo una calorosa accoglienza, si cominciano le attività di riflessione e approfondimento. Questi momenti tematici si svolgono in piccoli gruppi, composti da ragazzi provenienti da comunità diverse e guidati dagli animatori diocesani. L’obiettivo consiste nel condividere esperienze, approfondire il proprio servizio in oratorio e acquisire strumenti nuovi per il proprio bagaglio. In particolare, le tematiche dei cinque giorni sono state: la motivazione, l’oratorio e la sua identità, la cura, la comunità, il mandato e la fede. Per quest’ultimo argomento, decisamente più spinoso, i corsisti hanno vissuto un’intera giornata di trekking spirituale tra cammino, tempo di deserto e condivisione a coppie, perché la fede, prima ancora che spiegarla, va vissuta! A fare da basso continuo al percorso tematico c’erano le spiritualità del mattino e della sera: momenti di preghiera ad hoc per introdurre (o riprendere) i temi della giornata. Anche qui non sono mancati gli spunti: al mattino le voci dei personaggi dell’Odissea di Omero si sono alternati per provocare i ragazzi, mentre alla sera i corsisti venivano accompagnati sulla via per Emmaus, in compagnia dei discepoli.
A Mezzoldo, però, non sono mancati neanche i momenti di gioco e animazione: olimpiadi, “caccia all’orso”, balli a non finire e i consueti tornei “animatori vs corsisti” a coronare il tutto. Infine, il culmine dell’esperienza è stato nella veglia e adorazione eucaristica di sabato sera. In questo momento prezioso, in ascolto del racconto dei discepoli di Emmaus, i corsisti sono stati provocati a riflettere sul loro ritorno a casa, come i due discepoli che nel racconto dell’evangelista Luca “partirono senza indugio”. La riflessione è diventata un “testamento” che ogni corsista è stato chiamato a scrivere: una pagina bianca su cui imprimere ricordi dei giorni vissuti, ma soprattutto impegni concreti da prendere nel proprio oratorio e dentro la propria comunità. Dopo la stesura, questi testamenti sono stati deposti ai piedi del crocifisso, con la consapevolezza che sia proprio la fede a sorreggere tutto il “fare” che anima gli oratori.
Alla domenica mattina poi la conclusione del percorso, con l’augurio “Mezzoldo comincia ora!”. Così ha detto don Gabriele a tutti i corsisti: “Mezzoldo comincia ora perché adesso tocca a voi mettervi in gioco, quando tornerete nelle vostre parrocchie e nei vostri oratori. Tocca a voi essere protagonisti in campo, con tutto il bagaglio che avete costruito in questi giorni”. Ed è proprio questo “Mezzoldo comincia ora!” che forse può riassumere il senso dell’esperienza tutta.
Mezzoldo è come un pit-stop di una corsa automobilistica, una sosta in cui chi si impegna in oratorio può trovare uno spazio di condivisione, confronto e approfondimento, per poter ripartire a mille una volta sceso dal rifugio Madonna delle Nevi. Mezzoldo è occasione unica per scoprire che “fare” e “contemplare” non sono opposti, ma facce della stessa medaglia. Mezzoldo, in questo anno giubilare, può essere una fonte di speranza per il futuro della Chiesa, per vedere che ci sono ancora tanti ragazzi felici di mettersi al servizio dentro la realtà dei nostri oratori. In breve, Mezzoldo è Mezzoldo!