Trekking spirituale: tre giorni di passi e domande

Trenta giovani della diocesi di Bergamo sono stati pellegrini per tre giorni sui sentieri del Cammino Mariano

“Il pellegrinaggio più faticoso è quello che porta l’uomo dalla periferia al centro del proprio cuore. Il più lungo è quello che conduce alla casa di fronte. Il più serio è quello che porta all’incontro con Dio”. Con queste parole di don Tonino Bello, don Gabriele Bonzi, direttore dell’Ufficio Tempi dello Spirito e responsabile della Pastorale Giovanile diocesana, ha voluto aprire il trekking spirituale promosso dall’Ufficio Tempi dello Spirito per giovani tra i 19 e i 35 anni. I pellegrini hanno macinato passi lungo il Cammino Mariano delle Alpi: non un particolare allenamento fisico, ma grandi domande nel cuore hanno spinto più di trenta giovani bergamaschi a prendere parte a questa esperienza.

Per tre giorni, momenti di meditazione, deserto e preghiera - alternati a lunghe chiacchierate, giochi e attimi di leggerezza - hanno accompagnato i protagonisti di questo cammino nella ricerca di risposte. E il meteo incerto non li ha scoraggiati. Venerdì 29 agosto i giovani sono partiti alla volta di Berbenno di Valtellina, accompagnati da don Gabriele e don Massimo Colombo. Già dopo la prima tappa al Santuario di Santa Maria della Sassella, la strada si è dimostrata luogo di incontro e di scambio: sono bastati 13 chilometri per iniziare a conoscere gli altri, ma soprattutto se stessi, per incontrarsi e scoprire di non essere poi così diversi. Lo stesso clima si è respirato anche nei giorni successivi di fronte ai paesaggi più caratteristici della Valtellina. I 22 chilometri che separano Sondrio da Teglio – con tappa alla Chiesa della Beata Vergine del Rosario e successivamente al Santuario della Casa di Loreto - sono stati i più faticosi, ma anche i più intensi, poiché hanno permesso al gruppo di porsi quesiti importanti come “Qual è la qualità del nostro ascolto?”, “E quella del nostro silenzio?” e ancora “La qualità del nostro amore è passiva o ricettiva?”.
 
Toccando numerosi luoghi di culto mariano, nel corso della terza giornata la ricerca di risposte ha portato i giovani a compiere i restanti 11 chilometri, dalla Parrocchiale di Santa Eufemia al Santuario della Madonna di Tirano, tappa finale dell’itinerario. Qui, grazie a un ultimo momento di condivisione, i 30 pellegrini hanno avuto modo di scambiare pensieri ed emozioni maturati durante l’arricchente esperienza vissuta. Lucia Chiesa, giovane della parrocchia di Pedrengo, racconta: “Quello che mi ha colpito del trekking è che siamo partiti da soli e abbiamo finito insieme. Da sconosciuti, in tre giorni siamo riusciti a creare un gruppo molto unito, tra di noi, con il Signore e grazie al Signore. È proprio questo che fa la differenza”. Don Gabriele, all’inizio del percorso, aveva augurato a ciascuno un cammino faticoso, lungo e serio. Un augurio che si è concretizzato nel passo di questi giovani che, tra sorrisi e silenzi, hanno trovato nuove domande, nuove amicizie e, forse, anche qualche risposta. Ora che l’esperienza si è conclusa, ognuno riparte con uno sguardo nuovo. Perché, come ogni pellegrinaggio insegna, la meta non è la fine del viaggio, ma un nuovo punto di partenza. E il cammino continua. 
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