Oratorio = Famiglia

L’oratorio di Boccaleone vive proprio nel mezzo della frenesia della città di Bergamo, ma è un punto di riferimento per i giovani.

L’oratorio di Boccaleone vive proprio nel mezzo della frenesia della città di Bergamo: oltre centoventimila abitanti e moltissime proposte in ambito sociale, artistico, culturale. Animare un oratorio in un ambiente così ricco e allo stesso dispersivo può sembrare un’impresa, ma in questo caso la chiave giusta è la semplicità. Nonostante il caos quotidiano della città, l’oratorio rappresenta un capo saldo per coloro che lo abitano.

Al suo interno ci si sente parte di una grande famiglia come racconta Diego Perico, educatore CSI dell’oratorio. “Fare oratorio significa creare gruppo –spiega Diego – essere una comunità, avere qualcosa in comune. Quando una persona mi chiede cosa significa fare oratorio, la prima cosa che mi viene in mente sono le persone con cui sono cresciuto e con cui tutt’ora mi ritrovo. Ciò che si prova a trasmettere ai ragazzi più piccoli è il concetto di oratorio come un bel posto dove crescere, conoscersi e stringere nuove amicizie. Significa organizzare attività che saranno destinate ad altre persone e porteranno loro gioia e felicità. Significa anche fatica, impegno e dedizione”.

“Fare” è un verbo caro al popolo bergamasco e in oratorio assume significati sempre nuovi e profondi. I volontari di un oratorio si mettono in gioco nella realtà in cui risiedono dando vita a diverse occasioni per stare insieme. Il ruolo dell’oratorio di Boccaleone all’interno della comunità è basato su una parola: “aggregazione”. “Questo è un luogo di aggregazione e di svago per famiglie, bambini, ragazzi, adolescenti e giovani – prosegue Diego – Qui si svolgono diverse attività per la formazione sia educativa che religiosa per ragazzi dalle elementari fino alle superiori durante tutto l’anno con una serie di incontri. D’estate ciò avviene tramite il CRE”.

Le proposte che nascono, poi, non rimangono fine a se stesse, ma creano legami anche con il territorio. “L’impronta religiosa che si dà alle varie attività svolte all’interno dell’oratorio fa la differenza per un cristiano – racconta Diego – proprio per offrire anche ad altri questo segno di fede l’oratorio si prefigge di far conoscere e, a volte, di collaborare con altre proposte della città”.

Come in ogni famiglia che si rispetti, anche all’oratorio si possono riscontrare difficoltà tra cui organizzare le attività per i ragazzi, soddisfare le esigenze dei genitori e gestire ogni situazione al meglio. Il duro lavoro, però, porta anche a buoni frutti che nel concreto si rivelano come punti di forza della comunità. “Il cine-teatro raduna tante famiglie e tanti ragazzi – dice Diego – il campo da calcio è collegato all’oratorio perché possa unire la realtà sportiva a quella formativa. Gli spazi all’aperto, invece, sono un altro punto di forza perché bambini e ragazzi di qualsiasi età possono giocare insieme”.
Mettersi in gioco in un ambiente così ricco significa anche essere versatili. Avere un ruolo in una grande famiglia vuol dire scendere in campo senza riserve. “Secondo me un educatore ricopre un ruolo versatile –spiega Diego – in quanto non ha solo il compito di essere un esempio per i ragazzi, ma ha anche quello di essere quasi un amico. È una persona che va rispettata, ma che allo stesso tempo è sempre disponibile per il confronto perché non deve giudicare o far sentire giudicato nessun ragazzo”.

Attenzioni, legami, cura: all’oratorio di Boccaleone ci sente davvero parte di una grande famiglia, che nel caos della città sa prendere per mano le persone e diventa capo saldo per la comunità.
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