Sapersi pensati

Il CRE è da sempre un’esperienza che si costruisce e si pensa come comunità: si riparte anche all'oratorio di Albino.

Il CRE è da sempre un’esperienza che si costruisce e si pensa come comunità. Si parte dal coinvolgimento dei primi giovani, si allarga la proposta ai maggiorenni, si formano gli adolescenti e si raggiungono gli adulti che si spenderanno come volontari per regalare a bambini e ragazzi un mese ricco sia dal punto di vista esperienziale che relazionale. Per realizzare tutto ciò è necessario arrivare preparati all’estate e ieri, all’oratorio di Albino, è iniziato il percorso formativo che porterà gli adolescenti a vestire la maglia dell’animatore durante il prossimo CRE.

 

Il primo step consisteva nell’individuare le proprie aspettative a fronte della loro presenza, degli altri animatori e dei coordinatori in modo da giocarsi in maniera più consapevole all’interno dell’esperienza. “Gli incontri della formazione nascono da un lavoro condiviso tra noi coordinatori e i maggiorenni che presteranno servizio durante il CRE – spiegano Naila Carrara e Martina Rossi, coordinatrici dell’oratorio di Albino-. I prossimi appuntamenti declineranno il tema del gioco in diverse situazioni del CRE, mentre più avanti ci dedicheremo alla preparazione delle giornate”. Oltre alla formazione tematica e all’organizzazione più legata all’aspetto pratico, gli adolescenti parteciperanno anche a un percorso formativo dal punto di vista sanitario in modo da arrivare preparati e pronti ad accogliere bambini e ragazzi in totale sicurezza.

 

La formazione, però, non è un percorso che gli adolescenti affrontano da soli. Durante questi incontri, si cammina insieme e ci si rimette in gioco ogni volta senza dare mai nulla per scontato. I coordinatori, i responsabili, i maggiorenni e gli animatori costruiscono il CRE collaborando. “Formarsi aiuta tutti a far crescere quella consapevolezza necessaria per affrontare l’esperienza -proseguono Naila e Martina-. Serve a trasmettere il senso di ciò che si andrà a fare, ma anche un modo di essere. Un animatore è chiamato a giocarsi con la voglia di fare, di prendersi delle responsabilità e di relazionarsi con chi incontrerà. Speriamo recepiscano tutto ciò e che sappiano di essere pensati perché quello che facciamo è creato per loro e, a cascata, anche per i bambini e i ragazzi. Come noi abbiamo pensato agli adolescenti, così loro penseranno ai più piccoli durante il CRE. Il nostro obiettivo è quello di trasmettere l’empatia e la gratuità di questo servizio”.

 

Nella grande macchina del CRE tutti sono importanti. Se gli adolescenti sono il motore dell’esperienza, i giovani, nel ruolo da coordinatore, hanno il compito di avere una visione d’insieme che aiuti tutti ad andare nella stessa direzione. “Come giovani -concludono Naila e Martina- ci mettiamo al servizio dell’oratorio grazie alla fiducia che la comunità stessa ci dà. È una responsabilità importante. Quando un giovane diventa coordinatore deve allenare uno sguardo ampio in modo da co-costruire la macchina del CRE. Si dà il massimo per far sì che il CRE sia un’esperienza significativa sia per i bambini che per gli adolescenti, ma anche per noi e tutti coloro che spendono del tempo per i ragazzi. Questa esperienza coinvolge tutta la comunità e ci fa crescere insieme”. Tra poche settimane, all’oratorio di Albino, il CRE potrà finalmente andare in scena. Le risate, la voglia di giocare, il divertimento, le urla di incitamento, gli scherzi e il desiderio di stare semplicemente insieme torneranno ad abitare ogni spazio dell’oratorio, ma nulla nasce dal caso. Il CRE va costruito perché non c’è cosa più bella del sapersi pensati.

 

 

 
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