Più si serve, più si cresce

Otto giovani dell’oratorio di Costa di Mezzate hanno accettato di diventare educatori degli adolescenti.

L'adolescenza non è un’età semplice da abitare e da vivere. Se proviamo a fare mente locale, potremmo ricordare sia momenti felici sia complicati. In questo mare un po’ burrascoso, avere qualcuno su cui contare fa sempre bene ed è proprio per questo che otto giovani dell’oratorio di Costa di Mezzate hanno accettato di diventare educatori degli adolescenti. Domenica scorsa, don Giorgio Antonioli, parroco di Costa di Mezzate, li ha affidati alla comunità attraverso il mandato e da quel momento hanno ufficialmente iniziato a camminare con tutti i loro ragazzi.

 

Nuove consapevolezze, stesso entusiasmo 

 

“Crediamo che il mandato sia un modo, nuovo e affascinante, di responsabilizzarci, di farci capire il peso che abbiamo e che sempre di più avremo, in quanto laici, rispetto alle attività della parrocchia e alla sua organizzazione – raccontano Marco, Luca e Luca, alcuni giovani del gruppo educatori adolescenti -. Questa assunzione di responsabilità davanti a tutta la comunità ci fa iniziare questo percorso con una nuova consapevolezza. Forse c’è anche qualche timore, ma sicuramente l’entusiasmo non manca”. Nell’accompagnare i più piccoli, i giovani si prenderanno cura di età diverse affrontando svariati temi. Per gli adolescenti del 2007 il tema sarà quello delle relazioni, mentre per quelli più grandi di un anno il tema è la comunità. Andando avanti, i nati nel 2005 si confronteranno rispetto alla tematica delle dipendenze e della felicità. I più grandi, invece, affronteranno l’argomento della vocazione.

 

Al servizio degli adolescenti di Costa di Mezzate

 

Sono molti i progetti in cantiere. Dando anche solo una piccola anticipazione rispetto ai percorsi, già si riesce a immaginare quanto impegno e fatica costi mettersi al servizio degli adolescenti. Allora, una domanda sorge quasi spontanea: perché? Perché un giovane diventa educatore degli adolescenti? Perché “l’oratorio è un ambiente che ci ha dato tanto. Collaborare alle attività ci gratifica, ci dona felicità, allarga e dà profondità alle nostre relazioni. Ormai l’oratorio è una parte di noi e faticheremmo molto a pensarci senza” spiegano i tre educatori dell’oratorio di Costa di Mezzate.

Nelle loro motivazioni, però, non c’è solamente una logica di ritorno e felicità. Tutti e tre si ricordano bene cosa significhi essere adolescenti e, oggi, che le sfide sembrano essersi moltiplicate non potevano tirarsi indietro. “I gruppi adolescenti sono il tipo di proposta a cui abbiamo sempre aderito con più convinzione. Da un lato ricordiamo bene le fatiche di quell’età così delicata e quindi avvertiamo un grande senso di responsabilità nei confronti degli adolescenti. Dall’altro pensiamo che sia un tipo di attività in cui si possa coniugare bene la parte ricreativa e relazionale con quella più educativa, seria e riflessiva. Abbiamo deciso di rimetterci in gioco anche quest’anno perché crediamo che, ora più che mai, ci sia bisogno di sane relazioni in oratorio. Ci fa star bene vivere questi momenti con i ragazzi e crediamo sia uno dei modi migliori di impiegare le nostre energie per la Chiesa”.

 

Crescere in oratorio ha un valore aggiunto

 

In questo prezioso servizio, gli educatori si mettono a disposizione per aiutare i ragazzi a crescere e crescere in oratorio ha un significato e un valore ben preciso come dicono Marco, Luca e Luca. “Sicuramente l’oratorio è una grande palestra, un luogo che ci ha fatto crescere tantissimo. Si sa: più si serve, più si cresce. Pensiamo che gli aspetti davvero determinanti che fanno davvero maturare un ragazzo in oratorio siano i ruoli di responsabilità che gli si affidano sin da giovane, la relazione con il resto del gruppo e il farsi carico di chi è più piccolo e fragile”.

“Là dove inizia il servizio, il prendersi cura, là inizia davvero un modo nuovo di guardare alla vita, un senso di gratitudine per le cose e le relazioni, una nuova consapevolezza di sé tramite cui si diventa davvero più grandi, maturi, più attenti agli altri. Crediamo che là inizi anche la fede, intesa non solo come precetti, ma anche come pratica di amore dato e ricevuto. Pensiamo che tutto questo sia determinante per un adolescente perché possa fare davvero il salto da adolescente a giovane adulto”.

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