L’empatia al CRE costruisce legami e valorizza il gruppo

All'oratorio di Almè: il Cre è un incontro tra generazioni diverse

"L'Io si dà sempre con Tu”. Questa è una delle frasi che emerge con forza dal manuale del Cre-Grest quando si parla d’empatia. L’empatia c’è sempre stata al Cre, è un ingrediente fondamentale e senza di essa non si innescherebbe l’intergenerazionalità dell’esperienza, la crescita dei ragazzi e il rapporto da “fratelli maggiori” che si crea con tanta spontaneità. Questa caratteristica non mette in risalto la relazione, ma il modo che abbiamo di starci, di viverla. Ognuno ha un suo modo e un suo passo come stanno sperimentando gli animatori e coordinatori dell’oratorio di Almè: ciascun ragazzo viene accompagnato nell’uscita da sé a passi graduali rispettando l’età.

 

Il Cre è un incontro tra generazioni diverse

 

Con più di trecento tra bambini e ragazzi, una settantina di animatori, dieci coordinatori e un don, l’oratorio di Almè restituisce un’immagine di sé improntata sul valore del prendersi cura dell’altro, delle sue emozioni e, di conseguenza, delle proprie. Nell’arco della settimana ci sono diversi momenti e differenti linguaggi per approfondire il tema declinati sulle fasce d’età. Dai laboratori ai giochi fino alle gite tutto parla del vissuto emotivo delle giovani generazioni.

 

Ogni età è diversa: tanti modi per riflettere sulle emozioni

 

Il momento più riflessivo, però, rimane quello dedicato alle attività a tema. Riprendendo le proposte del manuale del Cre-Grest, gli animatori e coordinatori aiutano bambini e ragazzi di ogni età ad affrontare l’argomento. Si parte dai bambini più piccoli che muovono i primi passi nel mondo delle emozioni fino ad arrivare ad una rilettura più approfondita insieme ai preadolescenti. “Ogni età è diversa e quindi servono modi e attenzioni differenti -sottolinea Laura Crotti, una coordinatrice dell’oratorio di Almè-. È come un percorso fatto a livelli che accompagnano la crescita del bambino. I più piccoli giocano molto per interiorizzare le emozioni. Loro si stanno concentrando soprattutto sull’alfabetizzazione del loro vissuto emotivo. Con i bambini di quarta e quinta elementare, invece, si usano come input le esperienze personali. Da qui parte la rilettura che, nel caso dei preadolescenti, va ancora più in profondità perché subentra anche il livello empatico”.

All’oratorio di Almè, ogni rilettura delle emozioni avviene attraverso degli strumenti per concretizzare la parte più volatile di sé. In una delle ultime attività, i preadolescenti hanno prima giocato a Taboo con le emozioni e poi, con le parole indovinate, hanno ricostruito in albero con diverse foglie colorate. Tutte le emozioni hanno trovato corrispondenza in un colore e una determinata posizione all’interno dell’albero.

 

L’impegno degli animatori e dei coordinatori di Almè

 

Andando oltre le attività a tema e gettando lo sguardo sull’informalità, basta poco per accorgersi davvero di come l’altro da me sia importante per la propria crescere personale. L’intergenerazionalità dell’oratorio di Almè è uno degli aspetti attraverso cui l’empatia emerge di più come racconta Laura.

“Per mettersi in relazione con qualcuno di un’età diversa serve comprensione. Senza di essa ogni sforzo è vano. La comprensione aiuta gli animatori ad entrare in contatto con i piccoli e anche a creare gruppo tra di loro. È nel momento in cui ci si mette in ascolto dell’altro che è possibile empatizzare con lui. Sappiamo che ciò non è scontato e che costa fatica, ma agli animatori ricordiamo sempre che, man mano, quell’impegno entrerà nelle loro corde. Dopo aver rotto il ghiaccio con i ragazzi, verrà tutto più naturale e si potrà contare su una relazione che arricchisce tutti”.

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