Accogliere e pregare

Davanti ai bisogni dei rifugiati, anche l’unità pastorale di Carobbio degli Angeli ha risposto con solidarietà: tante azioni che hanno trovato un senso ancora più profondo grazie alla preghiera.

L'emergenza nata dalla guerra in Ucraina ha provocato e innescato diverse reazioni negli oratori bergamaschi. C’è chi ha collaborato con il Sermig di Bonate Sopra con una raccolta alimentare, chi ha scelto di cercare degli appartamenti grazie all’aiuto della comunità e chi ha iniziato una raccolta fondi per sostenere i rifugiati in arrivo.

 

Ognuno sta donando quel che può. In questa situazione d’urgenza, la Caritas diocesana sta svolgendo un grande lavoro di sostegno per tutte le parrocchie che scelgono di mettersi in gioco su questo fronte. Davanti ai bisogni dei rifugiati, anche l’unità pastorale di Carobbio degli Angeli ha risposto con solidarietà: tante azioni che hanno trovato un senso ancora più profondo grazie alla preghiera.

 

L’oratorio di Carobbio come parte integrante dell’accoglienza

 

In accordo con l’equipe educativa dell’oratorio, il Consiglio degli Affari Economici e la Caritas parrocchiale, la comunità di Carobbio ha messo a disposizione la casa parrocchiale di Santo Stefano. Questo, però, è stato solo il primo passo: è stata la scintilla che ha innescato tantissimi altri gesti di carità e solidarietà come sottolinea don Luca Moro, parroco dell’unità pastorale di Carobbio degli Angeli. “Grazie all’aiuto di tanti volontari della comunità, degli alpini e della protezione civile, la casa parrocchiale di Santo Stefano è stata rimessa a nuovo.

 

I locali sono stati preparati per l’accoglienza e da mercoledì ospitano una decina di rifugiati ucraini. Ci siamo mossi nell’urgenza e abbiamo risposto come potevano alle prime necessità. Ora stiamo costruendo un progetto di integrazione in cui l’oratorio giocherà un ruolo fondamentale, soprattutto per i più piccoli delle famiglie ospitate”.

 

Oltre alla sistemazione della casa parrocchiale di Carobbio, la comunità è stata coinvolta attraverso una raccolta alimentare. L’invito a costruire un progetto comune di accoglienza in cui ciascuno possa fare la propria parte è rivolto a tutti.

Gli adolescenti si sono messi subito in prima linea per rendere possibile lo smistamento dei beni di prima necessità, l’accoglienza delle famiglie ucraine e il loro inserimento nella comunità offrendosi anche come interpreti là dove possibile.

Anche i più piccoli sono stati coinvolti nella preparazione dell’accoglienza dei rifugiati. In un appuntamento di adorazione, riflessione e preghiera, hanno creato dei cartelloni di benvenuto per gli ucraini con quanto raccolto nella loro escursione fuori dall’oratorio. Con dei fiori hanno disegnato un cuore e una frase di benvenuto.

 

Senza dimenticare l’aiuto concreto della preghiera

 

Su ogni avviso che invita la comunità di Carobbio a mettersi in gioco per il bene comune e andare incontro ai bisogni riscontrati per l’emergenza dell’Ucraina, c’è una frase che ricorre sempre: “Grazie per quanto potrete fare! Senza dimenticare l’aiuto concreto della preghiera”. Una sottolineatura che dice l’intento di ogni gesto di solidarietà.

 

“Come cristiani – spiega don Luca Moro – abbiamo questa ricchezza da sfruttare. Lasciarsi ‘prendere la pancia’ dalla solidarietà va bene, ma è possibile evidenziarne il senso solo attraverso un discorso di fede. Preghiamo per chi soffre e anche per chi causa questa sofferenza perché possa essere guidato in una conversione del cuore. Allo stesso tempo preghiamo per vivere al meglio il nostro servizio e ricordarci a vicenda che lo stiamo facendo per Lui. La preghiera ci aiuta a dare un significato profondo a ciò che viviamo”.

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