In oratorio si sta come a casa: in ciabatte!

Si può sperimentare, provare esperienze diverse e conoscersi meglio, ma c’è sempre un luogo in cui poter tornare come fosse casa tua: l’oratorio.

"Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza”. Diventare grandi è una scoperta e una sperimentazione continua. Da adolescenti si affrontano alti e bassi, sfide che a volte sembrano insormontabili ed è per questo che avere un punto di riferimento, un punto di partenza è sempre una buona cosa. Si può sperimentare, provare esperienze diverse e conoscersi meglio, ma c’è sempre un luogo in cui poter tornare come fosse casa tua: l’oratorio. Gli educatori dell’oratorio Ghisalba, insieme al loro don, hanno scelto di lanciare proprio questo messaggio alla serata di apertura del cammino di terza media. In un’età di passaggio in cui tutto è nuovo e inesplorato, l’oratorio sceglie di farsi casa per accogliere tutti. E tutto ciò è stato fatto… in ciabatte.

 

A inizio novembre, questi ragazzi hanno potuto vivere una serata letteralmente in ciabatte. Gli educatori hanno invitato tutti a portare un paio di ciabatte per indossarle lungo tutta l’attività. “Abbiamo scelto questa modalità un po’ originale di iniziare il cammino per lanciare un messaggio, ovvero che l’oratorio è casa -racconta don Simone Pecis, curato dell’oratorio di Ghisalba-. Dopo aver concluso il cammino tradizionale della catechesi, i ragazzi si stanno affacciando all’adolescenza e quindi la prospettiva cambia. Si inizia a vivere l’oratorio con un impegno diverso e ad essere più protagonisti. Proprio come a casa, abbiamo indossato le ciabatte per star comodi. L’obiettivo era quello di far capire ai ragazzi che questo è un luogo accogliente in cui stare volentieri. Non con le scarpe indosso, pronti a correre via, ma appunto in ciabatte”.

 

I ragazzi hanno accettato l’invito un po’ particolare dei loro educatori e si sono presentati con le ciabatte in mano. All’ingresso dell’oratorio, si sono tolti le scarpe per lasciare spazio alla comodità e proseguire con il resto delle attività. Nell’arco della serata non sono mancati momenti di informalità e di animazione. Il gioco principale ha poi svelato ai ragazzi lo slogan che li guiderà durante tutto il cammino.

Ai gesti originali e decisamente efficaci proposti dagli educatori, si sono aggiunte le parole di Santa Chiara: “Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza. I risultati raggiunti, conservali. Ciò che fai, fallo bene. Non arrestarti, ma, anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permette di ritardarne l’andare, avanza confidente e lieta nella via della beatitudine che ti sei assicurata”.

 

Le parole potenti di una santa che ha fatto la storia non solo sono di ispirazione ai ragazzi, ma racchiudono anche il significato del crescere in oratorio come spiega don Simone. “Questo è un luogo accogliente e crescere qui significa avere un porto sicuro in cui stare insieme e confrontarsi. Qualsiasi strada i ragazzi sceglieranno di intraprendere, l’oratorio sarà qui per loro. Come adolescenti saranno liberi esplorare per capire chi sono, ma, allo stesso tempo, sanno che potranno sempre sui loro educatori e sul loro oratorio. Questa è un po’ una sfida per noi grandi perché siamo a condividere lo stile del Vangelo. Non si tratta di evangelizzare a parole, ma di annunciare in modo implicito. È attraverso il nostro fare e il nostro esempio che riusciremo a trasmettere questi messaggi ai più piccoli. Così anche loro potranno farne esperienza concreta nella loro vita e nella loro crescita”.

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