Una comunità in gioco per i più piccoli

All'oratorio di Cenate Sotto si riparte dal CRA per avviare il nuovo anno pastorale come comunità

Salutare l’estate non è mai semplice: si respira sempre un po’ di malinconia nell’aria ricordando i bei momenti passati insieme. Salutare l’estate, però, può essere anche un’occasione di rilettura e ripartenza com’è accaduto all’oratorio di Cenate Sotto dove un’intera comunità si è messa in gioco per il CRA. Nelle ultime due settimane prima del rientro a scuola, circa 120 tra bambini e ragazzi sono stati coinvolti in un’esperienza che ha dato continuità a quanto vissuto nei mesi estivi.

 

Che cos’è il CRA?

 

Il CRA è un’iniziativa ideata dall’oratorio di Cenate Sotto e realizzata con il sostegno di alcuni educatori professionali e di tutta la comunità in rete con il territorio. “Si tratta di un’esperienza fatta a sostegno delle famiglie e per riprendere quanto di bello è stato vissuto durante l’estate – spiega Antonella Boioni, una delle responsabili del CRA-. Rispetto al CRE, dedichiamo più spazio alla riflessione e in tanti piccoli gesti emerge l’intento di rileggere i momenti passati insieme”.

 

I tre risvegli dell’oratorio di Cenate Sotto

 

La giornata tipo è divisa in due momenti: la mattina è dedicata alle attività di riflessione e il pomeriggio è dedicato all’animazione. Nell’arco della mattinata, bambini, ragazzi e adolescenti vivono tre risvegli. Il primo inizia con l’accoglienza ed è chiamato “risveglio spirituale”. Questo è un momento di confronto tra il don e i bambini a cui viene letta una storia per affrontare insieme alcuni argomenti e soffermarsi sui valori affrontati da essa. Il secondo risveglio è quello “muscolare” e si tratta di un momento ludico affidato agli animatori, mentre a chiudere la mattinata è il risveglio culturale. Durante il pomeriggio, invece, grazie all’impegno degli adolescenti e alla collaborazione di tante le realtà del territorio vengono proposte diverse tipologie di attività anche per riscoprire Cenate Sotto attraverso nuove prospettive.

 

Il valore del gruppo

 

“Ciò su cui ci siamo soffermati durante il CRA, in modo particolare durante i risvegli, è il valore del gruppo – sottolinea Antonella-. Fare gruppo non significa fare mucchio. Non sono i numeri che contano, ma come si valorizza il tempo passato insieme e le relazioni che si costruiscono. Solo così si costruisce davvero un gruppo. È ciò che abbiamo voluto trasmettere ai più piccoli disegnando insieme degli alberi a cui hanno affidato desideri e frasi sull’amicizia”.

 

A testimoniare il valore del gruppo, all’oratorio di Cenate Sotto sono anche le new entry del gruppo animatori. Se durante il CRE gli adolescenti che avevano appena finito la terza media erano degli “animati”, durante il CRA hanno avuto l’occasione di spendersi come aiuto-animatori grazie all’accoglienza di chi, prima di loro, si è messo in gioco per i più piccoli. “Gli animatori del CRE – prosegue Antonella- hanno dato il loro contributo nella realizzazione di una parte della formazione. Insieme ai giovani, hanno ideato una giornata con una camminata caratterizzata da quattro tappe. Ciascuna di esse rappresentava un ingrediente che, secondo gli adolescenti, non poteva mancare per essere animatori”. Gratuità, accoglienza, servizio e il vedere ogni arrivo come una nuova possibile partenza sono i quattro ingredienti consegnati agli aiuto-animatori. Oltre ad essere accolti in quello che è il lato dell’operatività, i nuovi membri sono stati introdotti anche nel gruppo adolescenti che ripartirà a breve.

 

La rete territoriale di Cenate Sotto

 

Il CRA per l’oratorio di Cenate Sotto rappresenta un vero e proprio slancio. Andando verso un nuovo anno, si riprende quanto vissuto d’estate per trarne nuova energia e tanti piccoli insegnamenti. Da una parte ci sono gli adolescenti che si portano a casa la bellezza dello spendersi per l’altro in prima linea, dall’altra una comunità che sta comprendendo a pieno che da soli non si può fare nulla. “Esperienza dopo esperienza, la rete territoriale sta dando i suoi frutti -conclude Antonella-. Fare squadra è l’unico modo per far fronte alle complessità di questo tempo. Siamo chiamati a farlo per i nostri ragazzi, per le giovani generazioni e per la comunità, ma è anche un’opportunità per tutti. Dopo ogni collaborazione, ogni realtà esce arricchita dalle caratteristiche e dai punti di forza delle altre”. Si parla di “parti”, ma il cammino è comune.

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