La cura al Cre parte da un "Tutto bene?"

Occhi aperti: negli oratori della Val Cavallina, il Cre sarà un viaggio alla scoperta della cura

La responsabilità può iniziare anche da una domanda come “Tutto bene?”. Ecco il “TuXTutti” che diventa realtà, che si mostra in tutta la sua semplicità. Il Cre nell’unità pastorale della Val Cavallina Centro è iniziato da pochi giorni, ma l’atmosfera che si respira parla già di cura in ogni singolo gesto.

 

Sin dall’apertura dei cancelli, negli oratori di Casazza, Gaverina Terme, Monasterolo del Castello e San Felice al Lago è stato instaurato un legame di fiducia tra animatori, coordinatori e comunità.

Al primo giorno di Cre, i bambini e i preadolescenti dell’unità pastorale della Val Cavallina sono stati accolti nella foresta di Sherwood con l’invito a fare squadra con Robin Hood. La storia del Cre ha colorato l’accoglienza, ma tornerà spesso nell’arco dell’esperienza attraverso dettagli come il tabellone dei punti o la scenografia.

L’arciere guiderà i piccoli alla scoperta della cura aiutato anche da diversi espedienti, tra cui ci sono anche i laboratori tematici. Tra atelier manuali ed esperienze più pratiche, il territorio della Val Cavallina si è trasformato in un vero e proprio banco di prova della cura. La biblioteca si è attivata per far conoscere ai bambini e ai ragazzi la cura delle storie, la protezione civile coinvolge i giovanissimi nel suo servizio alla comunità e nella casa di riposo i più piccoli diventano portatori di cura. È anche così che si sperimenta la cura reciproca in cui tutti possono essere sia destinatari che mittenti.

 

“Il Cre, ovviamente, è pensato per prendersi cura dei più piccoli della comunità -spiega don Marco Nicoli, prete novello in servizio nell’unità pastorale della Val Cavallina-. Loro, però, possono essere a loro volta dei portatori di cura. Nei laboratori, per esempio, i bambini più grandi aiutano i piccoli sperimentando la cura reciproca”. Una cura che si realizza con gli occhi aperti prestando attenzione a ciò che ci circonda senza lasciarsi scivolare addosso la realtà, ma sentendosi ingaggiati da essa.

 

Questo vale soprattutto per gli animatori ai quali, dal primo all’ultimo giorno di Cre, sarà affidata quotidianamente “la cosa più preziosa che i genitori hanno: i loro figli” sottolinea don Marco per rimarcare quanto gli adolescenti avvertano il senso di responsabilità nei confronti della comunità. “Al Cre ci si responsabilizza nell’accompagnare i più piccoli nel loro percorso di crescita. È un cammino che si vive quotidianamente e che è composto da tanti piccoli gesti, a volte quasi impercettibili”.

Come chiedere “Tutto bene?” a un bambino seduto in disparte. Ci si sente interpellati e si risponde con le proprie capacità, i propri limiti e il proprio essere: tutti noi stessi nella nostra interezza.

“Occhi aperti significa porre attenzione a ciò che accade attorno a noi e sentirsi coinvolti – prosegue don Marco -. È uno sguardo che diventa impegno verso la realtà e i ragazzi che ci responsabilizza”.

 

A tenere gli occhi aperti, però, non sono solo gli animatori. Anche i bambini e i preadolescenti della Val Cavallina sono chiamati e allenati ad assumere questa coordinata educativa e spirituale.

“Desideriamo che i più piccoli si rendano conto di tutte le persone che agiscono la cura ogni giorno. La rete territoriale ci aiuta  molto in questo perché mette in risalto tutte le persone che, nel territorio della Val Cavallina e non solo, si adoperano per il bene comune attraverso dei gesti di cura semplici, ma efficaci”.

 

Nonostante in Val Cavallina il Cre sia appena iniziato, gli occhi sono aperti e attenti anche guardando verso il futuro. “L’augurio – conclude don Marco – è che, una volta sperimentata la cura, i bambini e i ragazzi siano capaci di donarla a loro volta. Loro sono i nostri destinatari, coloro di cui ci prendiamo cura con affetto, ma possono diventare anch’essi dei mittenti della cura”. 

E il Cre non potrà che essere un allenamento alla cura reciproca. Giorno dopo giorno, il TuXTutti prenderà forma e raggiungerà tutta la comunità. Occhi aperti, la cura è già qui!

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