In oratorio si cresce come comunità educante

Vogliamo essere una comunità educante aderente alla vita: la festa di San Giovanni Bosco all'oratorio di Adrara San Martino.

Sognare, giocare, ballare: all’apparenza possono sembrare dei verbi comuni, magari scontati, ma per San Giovanni Bosco e l’oratorio di Adrara San Martino sono dei verbi che vanno di pari passo con la crescita dei propri ragazzi. In queste settimane, la comunità di Adrara  -e non solo- è stata coinvolta in diverse attività per ricordare e festeggiare il santo che ha lasciato un’impronta significativa nell’educazione delle giovani generazioni. Degli appuntamenti quotidiani indirizzati alle fasce d’età presenti in oratorio hanno scandito la festa iniziata domenica 22 gennaio.

 

L’oratorio di Adrara San Martino sui passi di don Bosco

Il tutto è iniziato da un desiderio degli adolescenti. Incuriositi dalla figura di San Giovanni Bosco, hanno chiesto ai loro educatori di poter visitare i luoghi dove tutto è cominciato. “Dalla volontà dei ragazzi -racconta don Andrea Papini, parroco di Adrara San Martino- è nata l’iniziativa che ha aperto le danze. Domenica 22 gennaio siamo stati a Torino e poi a Valdocco per ripercorrere i passi di don Bosco con i nostri adolescenti. È stato un momento speciale, soprattutto un’occasione per dire il proprio grazie per il dono dell’oratorio”.

Il programma della festa è proseguito con appuntamenti quotidiani tra svago e riflessioni in cui i più giovani sono stati guidati dalla figura di San Domenico Savio, mentre gli adulti si sono addentrati un po’ di più nella tematica dell’educazione. Un “laboratorio di santità” ha aiutato i bambini, i ragazzi, gli adolescenti e i giovani a riflettere sui quali siano effettivamente gli ingredienti fondamentali per diventare santi.

 

Grazie ad un appuntamento per ogni fascia d’età, si sono interrogati sui momenti allegri, di rimprovero e di bene che hanno vissuto per poi pensare che cosa sarebbe potuto succedere se avessero reagito diversamente mettendo in gioco la parte migliore di loro stessi. A seguito di ogni incontro, venivano coinvolti i genitori che si sono riscoperti comunità educante e non solo. Uno degli appuntamenti, infatti, ha rivolto lo sguardo al di fuori della parrocchia di Adrara San Martino agganciandosi alle comunità limitrofe per fare rete.

 

Crescere come comunità educante

“L’obiettivo della festa di San Giovanni Bosco -spiega don Andrea- era quello di mettersi al servizio della crescita dei nostri bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Abbiamo lavorato molto con gli adulti perché sentiamo il bisogno di riscoprirci come comunità educante. I tre verbi (sognare, giocare, ballare) riprendono le tre iniziali di San Giovanni Bosco e sono un invito a vivere l’oratorio con il suo stesso spirito, ma calati nella realtà odierna. Si sogna per lavorare insieme come comunità immaginando un futuro per i nostri ragazzi e aprendo gli orizzonti. Occorre essere consapevoli che da soli non si va da nessuna parte. Si gioca per educarsi alla vita e restarci aderenti, oltre che per spendersi con e per fede. E, infine, si balla perché in oratorio l’allegria non deve mai mancare”.

 

La ricorrenza di San Giovanni Bosco ha dato una marcia in più all’oratorio di Adrara San Martino che ora si lancia verso nuove proposte e il proseguo della quotidianità rafforzato dal ricordo di un grande santo. “Vedere i nostri ragazzi desiderosi di stare insieme e capaci di giocarsi in momenti anche più impegnativi dona speranza -conclude don Andrea-. Hanno tanti sogni e gioie da condividere qui in oratorio. Noi grandi speriamo di realizzare il nostro: dare alle giovani generazioni la possibilità di crescere insieme. Vogliamo essere una comunità educante aderente alla vita”.

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