Una vita comune per mettere in moto il Cre

Il gioco di squadra dei coordinatori dell'oratorio di Costa di Mezzate parte dalla vita comune

Quando si parla di Cre esiste un immaginario che riporta alla mente ricordi, sensazioni e gesti che hanno regalato un’esperienza unica ai più piccoli della comunità.

Si gioca tutta in ottica di servizio e cura in cui adolescenti e giovani sono chiamati a fare squadra, ma anche a riscoprire se stessi nella relazione in cui si sceglie di donarsi. Il primo passo per fare squadra all’oratorio di Costa di Mezzate è stata la vita comune per animatori responsabili e coordinatori: tre giorni di condivisione in oratorio per rimettere in moto la macchina del Cre.

 

La vita comune all’oratorio di Costa di Mezzate

Ad accompagnare i giovani che si metteranno in gioco sono stati don Giorgio Antonioli, parroco di Costa di Mezzate, e don Matteo, diacono che da diverso tempo sta svolgendo il suo servizio in parrocchia. “La vita comune ha avuto una struttura semplice per dare rilevanza all’informalità e ai contenuti proposti” racconta Nicola Maconi, un coordinatore dell’oratorio di Costa di Mezzate.

“La giornata iniziava con la preghiera e la condivisione colazione, poi ciascuno viveva i propri impegni, ma avendo sempre come casa l’oratorio. Nelle serate e nei momenti di preghiera, invece, abbiamo dato spazio al Vangelo del buon Samaritano ricollegandolo nel quotidiano e concludendo con una rilettura di don Lorenzo Milani. Ci siamo messi all’ascolto di due testimoni della cura che hanno molto da insegnarci in vista del prossimo Cre”.

 

Ripercorrere i propri passi e imparare a fare squadra

L’estate del 2023 segnerà la chiusura di una trilogia tematica che ha accompagnato gli oratori nella ripartenza post pandemia rappresentando un percorso importante per tutti coloro che hanno scelto di mettersi in gioco. “La vita comune, innanzitutto, ha avuto come l’obiettivo quello di fare squadra -sottolinea Michael D’Agosta, coordinatore dell’oratorio di Costa di Mezzate-. In secondo luogo, c’è anche una dinamica di crescita da sottolineare sia dal punto di vista personale che dalla prospettiva del Cre che andremo a vivere. Per molti di noi sarà la prima esperienza da coordinatori e quest’esperienza è stata l’occasione per iniziare a vestire dei panni nuovi in cui viene richiesta una maggior responsabilità”.

“Dall’altro lato, in questi giorni è stato possibile rileggere gli ultimi tre anni del Cre nell’ottica della trilogia tematica. Riprendendo i due temi precedenti e quello che ci appresteremo a vivere, abbiamo ricostruito il percorso degli ultimi anni guardando al 2023. Il Cre “Hurrà” ci ha regalato delle mani in pasta e delle scarpe da battaglia, mentre l’estate del 2022 ci ha permesso di rileggere le nostre emozioni anche di fronte a Dio. “TuXTutti” ci permetterà di mettere in pratica le tematiche degli altri anni prendendoci cura dell’altro”.

 

Un Cre che sa di quotidianità e costruisce legami

Cosa aspettarsi, dunque, da un Cre che ha come tema due assi portanti dell’esperienza? Per i coordinatori dell’oratorio di Costa di Mezzate la risposta è chiara: esserci nella quotidianità. “Può sembrare banale, ma è un impegno che desideriamo prenderci anche con uno sguardo più ampio – concludono -. Essendo un Cre sulla cura e sul servizio continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto: costruiremo legami continuando a prenderci cura l’uno dell’altro. Sarà un’opportunità per andare incontro alle fragilità di ciascuno e accoglierle. La quotidianità giocherà un ruolo fondamentale all’interno del Cre. Siamo chiamati a prenderci cura e a svolgere il nostro servizio lì dove siamo”. Un piccolo gesto quotidiano che può rappresentare una vera e propria rivoluzione.

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