Sette minuti con Gesù

L'oratorio di Valtesse riscopre il valore del tempo dedicato attraverso la preghiera

Sette minuti: è quanto basta per una preghiera, per rendersi conto di quanto valga del tempo dedicato. È la stessa tempistica che lega i bambini e i preadolescenti delloratorio di San Colombano Valtesse a Dio. Una volta a settimana, l’oratorio diventa un punto di ritrovo per pregare, fare colazione e poi andare scuola insieme. Dei gesti semplici e quotidiani, ma dal grande valore perché in quel tempo c’è spazio per Dio.

 

Sette minuti con Gesù all’oratorio di Valtesse

Da quando è iniziata la Quaresima, bambini e ragazzi pongono l’accento su questo tempo particolare grazie a un breve momento di preghiera che, però, riesce a trasmettere un’intensità tale da creare una rete di legame tra i partecipanti e anche con Dio. “La proposta di preghiera fatta ai più piccoli della comunità -racconta don Giampaolo Tironi, parroco di Valtesse- è di dedicare una manciata di minuti a Dio. L’iniziativa si chiama ‘Sette minuti con Gesù’ perché la preghiera dura davvero sette minuti. Una volontaria ha portato in oratorio una clessidra che facciamo partire all’inizio del raccoglimento e in quella frazione di tempo ci concentriamo sul Vangelo e su ciò che richiama interpellando la nostra vita”.

 

La clessidra e il suo impegno non rimangono solo in oratorio: ad ogni ragazzo è stato consegnato un ciondolo a forma di clessidra da indossare per ricordarsi del valore del tempo donato. “Dare tempo significa dare importanza -aggiunge don Giampaolo-. Anche se sette minuti sembrano pochi, in realtà sono in grado di cambiarti la giornata perché è un tempo dedicato”.

 

In questi “Sette minuti con Gesù” si lascia spazio alle parole del Vangelo domenicale che vengono poi rapportate all’opera d’arte scelta della settimana, la stessa esposta in chiesa a Valtesse. “Questo serve per far percepire a tutti che stiamo percorrendo un unico cammino -sottolinea don Giampaolo-. Sono dei piccoli richiami che danno le coordinate a tutta la comunità, piccoli compresi. Nei sette minuti si crea un bel clima di raccoglimento. I ragazzi si concentrano e si impegnano per viverli con la massima intensità concludendo sempre con un Padre Nostro”. Dopo la preghiera, a coltivare ancor di più il legame tra bambini e ragazzi è il momento della colazione caratterizzato dall’informalità: un modo per continuare a costruire amicizie anche in questo caso dedicando il proprio tempo.

 

Oltre la Quaresima: attenzione e cura che aiutano a crescere

“Ciò che speriamo rimanga a questi ragazzi è un bel ricordo -sottolinea don Giampaolo-. Speriamo che un giorno, da grandi, guardandosi indietro si ricordino della comunità che si è presa cura di loro e che possano mettersi in gioco per fare altrettanto. È una cura che parla inevitabilmente di Dio e che ne dona un’idea concreta e reale. Dio è nei gesti di cura, nel tempo dedicato, nella semplice della preghiera condivisa e l’augurio è che un po’ di tutto questo possa rimanere in loro in una prospettiva di crescita. Non si tratta solo di impegnarsi a vivere bene la Quaresima, ma di impegnare a vivere bene i momenti che contano, a vivere al massimo la vita”.

 

Anche se sette minuti possono sembrare pochi, in realtà sono in grado di insegnare molto in oratorio a Valtesse e nei luoghi quotidiani di questi ragazzi. Se sono sette minuti dedicati in cui Dio trova spazio, sono sette minuti in grado di fare la differenza: per la Quaresima, la fede, la vita.

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