La “pausa bella” degli esercizi spirituali per gli ado

Gli adolescenti dell'oratorio di Carvico raccontano gli esercizi spirituali diocesani: "Siamo stati intercettati da una forte passione"

Si può partecipare agli esercizi spirituali per dei “motivi casuali”, per un invito oppure una piccola spinta di chi ti conosce, cammina con te da sempre e ti suggerisce di prenderti un momento per stare con Dio. Lorenzo e Davide, due diciottenni dell’oratorio di Carvico, hanno scelto di partecipare all’appuntamento diocesano degli esercizi spirituali per motivi diversi. I loro passi incoraggiati da motivazioni diverse li hanno condotti nello stesso luogo: il seminario.

 

Nello scorso weekend, la diocesi di Bergamo – grazie a un’equipe formata da sacerdoti e laici dell’Ufficio Tempi dello Spirito e Vocazioni, UPEE, Seminario e Azione Cattolica – ha coinvolto ottanta giovani e adolescenti con la proposta degli esercizi spirituali dal titolo “Il tuo volto, Signore, io cerco” (Salmo 27,8). Il versetto tratto dal libro dei Salmi ha sottolineato e provocato il desiderio di riconoscere Dio all’opera nella propria storia, lo stesso che ha caratterizzato il tempo della Quaresima.

 

Questi giorni sono stati un’occasione per stare a tu per tu con Dio, lasciarsi provocare dalle meditazioni, concedersi delle ore di deserto, pregare di fronte all’Eucarestia e affidarsi nella confessione. Tutti momenti che hanno aiutato i partecipanti a prendersi cura di sé e a vivere una tappa significativa in preparazione alla Pasqua e non solo.

 

Gli adolescenti dell’oratorio di Carvico sono arrivati agli esercizi spirituali grazie a un invito rivolto dal don oppure da un amico. “Ho partecipato a questa esperienza forse per il motivo più sbagliato: perché ci andavano i miei amici -spiega Davide Ghisleni-. Non sapevo cosa fossero gli esercizi spirituali, non avevo mai vissuto un appuntamento del genere e hanno comportato una certa fatica. Non è stato semplice dedicare così tanto tempo alla preghiera, ma il silenzio mi ha aiutato tantissimo. Mi sono preso una pausa dai ritmi della quotidianità lasciando spazio alle parole delle meditazioni”.

 

Le stesse meditazioni che hanno colpito profondamente anche Lorenzo Ghisleni, un altro adolescente dell’oratorio di Carvico. “Nelle riflessioni ho avvertito qualcosa che andava oltre le parole: sono stato intercettato da tutta la passione di quei sacerdoti. Hanno riempito d’energia ogni singola parola, la stessa che mi ha smosso nei momenti di silenzio”. Il silenzio è stato uno degli elementi che più ha colpito i partecipanti, ma non è stato l’unico. A “riempire” quegli istanti sono state le parole, le preghiere, le provocazioni e i pensieri consegnati loro negli altri momenti di questa due giorni.

 

“Durante le riflessioni ci siamo molto interrogati sulla ricerca di sé rileggendo i nostri eccessi di superbia e autostima -prosegue Lorenzo-. Abbiamo fatto lo sforzo di riposizionarci e porci sotto lo sguardo di Dio”. Per gli adolescenti di Carvico e per tutti coloro che hanno scelto di parteciparvi è stata anche un’occasione di sperimentazione in cui stare soli e, allo stesso tempo, in relazione con l’Altro. Un legame da continuare a tessere con cura anche nella quotidianità in cui, ogni tanto, posso esserci anche “pause belle -come sottolinea Davide- in cui prendere fiato”. Anche per i motivi che possono sembrare “sbagliati”, ma che nascondono piccole perle.

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