Accoglienza e relazione per essere animatore
Gli animatori dell'oratorio di Osio Sotto hanno ricevuto il mandato dalla loro comunità
"Per crescere un bambino ci vuole un villaggio” diceva una canzone del Cre-Grest 2023 e all’oratorio di Osio Sotto sembra ancora di sentirla cantare in sottofondo. Non per nostalgia, ma per lo stile con cui tutta la comunità vive il Cre. Uno stile che è emerso con forza durante il mandato agli animatori e dalla postura con cui è stato vissuto.
Il mandato animatori all’oratorio di Osio Sotto
Domenica, messa delle ore 10.00, il tendone dell’oratorio e sotto un palco da cui si farà animazione, si pregherà insieme e tanto altro che si riempie. Un tavolo fa da altare e sotto vengono riposte le maglie degli animatori, dei coordinatori e dei don che si metteranno in gioco per questo Cre. “È bello vivere il rito del mandato animatori durante la messa perché ci ricorda dove tutto trova origine, ovvero nell’incontro con il Signore -spiega don Michele Bucherato, curato dell’oratorio di Osio Sotto-. È una relazione che vogliamo vivere anche nei prossimi giorni nel nostro cortile con i nostri ragazzi. Tutta la comunità cristiana affida i più piccoli agli animatori e con gioia viviamo questo impegno che abbiamo ricevuto”.
Durante omelia anche il parroco di Osio Sotto, don Luciano Ravasio, rivolge il suo augurio a tutti gli adolescenti e ai giovani che ha di fronte. È un augurio che si fa invito ad allenare uno stile caratterizzato dall’accoglienza, dal servizio e dalla relazione. “Quest’anno c’è un suono che contraddistingue il Cre: TocToc -dice-. Siamo chiamati ad affinare l’udito, a tener teso l’orecchio per sentire chi bussa alla porta e risponde con un gioioso “Entra”. Tutti i giorni del Cre siamo chiamati ad accogliere e fare dell’accoglienza lo stile della tua vita. Il titolo del Cre ci indica che nel mistero di Dio si entra solo con la relazione. Attraverso il vostro impegno si renda visibile l’amore di Dio per ogni persona”.
Per crescere un bambino ci vuole un villaggio
La comunità di Osio Sotto, radunata sotto al tendone, ha diversi volti. Ci sono i genitori, ci sono volontari, i più piccoli che vivranno il Cre e tra di loro ci sono anche Mattia, Asia, Francesca, Giulia ed Egle, animatori e coordinatori che vivranno questo Cre. Le motivazioni per cui sono qui sono diverse: c’è chi fa l’animatore per divertirsi, altri per mettersi all’ascolto dei bambini e altri ancora per rimettere in circolo ciò che hanno ricevuto. Il filo rosso resta il desiderio di mettersi al servizio con il sorriso già stampato sui loro volti.
“Facciamo gli animatori perché ci piace stare con i bambini e ci divertiremo sicuramente. È un momento di responsabilità, ma di divertimento e socialità. Il Cre ci dà la possibilità di vivere nuove esperienze” spiegano Asia, Francesca e Mattia. “Donare ai bambini ciò che stato donato a me è il mio modo per dire grazie” aggiunge Giulia. E a fare sintesi delle parole degli animatori è Egle Passi, coordinatrice del Cre di Osio Sotto. “La comunità affida i suoi figli agli animatori perché per crescere un bambino ci vuole un villaggio. Pensando al Cre mi viene in mente l’unione e il divertimento che si respirano in oratorio. È la relazione che ci permette di regalare qualcosa di unico a tutti i bambini e i ragazzi che incontreremo”.
All’oratorio di Osio Sotto, il Cre ha già bussato alla porta, ma dopo una settimana di sonori “TocToc”, l’augurio di don Michele per la sua comunità e, in particolare, per i suoi animatori e coordinatori è sempre lo stesso. “Questo Cre a tema Giubileo ci renda pellegrini di speranza perché sia davvero un’occasione per portare e donare speranza a tutti i nostri ragazzi ricordandogli che Dio è con noi ogni giorno, tutti i giorni della nostra vita”.