Quando festa significa «casa»

A rendere possibile la festa dell'oratorio di Torre Boldone sono l'incontro e l'impegno. Il cortile è uno spazio per raccontarsi

Tavoli, panchine, un cortile, un tendone e qualche appuntamento per animare le serate: per creare uno spazio in cui stare insieme basta poco e per l’oratorio di Torre Boldone queste sono le basi per una festa che si rispetti e abbia il sapore di casa. Dal 16 al 23 maggio, l’oratorio ha invitato tutta la comunità a fare festa e a ritrovarsi con semplicità.

 

Ogni giornata era scandita da attività, sfide e momenti di incontro pensati per tutte le età con un unico obiettivo: abitare l’oratorio. All’inizio della festa dell’oratorio di Torre Boldone c’è stata anche l’inaugurazione della nuova chiesina e il ricavo della festa è andato a sostenere proprio questo restauro. Un gesto di attenzione nei confronti di uno specifico spazio da abitare per prendersi della dimensione spirituale dei più giovani.

 

A quel momento ne sono seguiti tanti altri di ritrovo, confronto, gioco e leggerezza pensati per prendersi cura di ogni fascia d’età. Dall’animazione per bambini alle partite “genitori vs figli” al bubble soccer fino al karaoke e al torneo di burraco: ciascuno ha avuto un momento dedicato che si è trasformato anche in un’opportunità d’incontro tra generazioni e di scoperta del prossimo. Tra questi anche la conclusione dell’anno catechistico con il mandato animatori che, in attesa del Cre, fanno “pratica di servizio” dando una mano alla festa con il loro aiuto prezioso.

 

Dallo scorso anno a pensare e a prendersi cura della festa e di ogni suo momento è un gruppo di volontari coordinato da alcuni giovani. “Per il nostro oratorio questa è un’occasione di relazione molto importante -sottolinea don Diego Malanchini, curato dell’oratorio di Torre Boldone-. Nella preparazione, nei giorni della festa e anche quando c’è da sistemare una volta concluso il tutto, in tanti si sono messi al servizio. Dai “veterani” alle “new entry”, tutti hanno donato un po’ del loro tempo per l’oratorio. È da questi semplici incontri che nascono forti legami”.

 

Ciascuno a modo suo, mettendo in gioco sé e i propri talenti, ha trovato spazio in oratorio. E questo è proprio il fine ultimo della festa dell’oratorio di Torre Boldone: far sentire tutti a casa con semplicità. “Durante la festa, l’oratorio unisce le persone con una partecipazione che va oltre la comunità cristiana -aggiunge don Diego-. Qui tutti trovano un posto a sedere per incontrarsi e per raccontarsi”. È una tradizione che, di anno in anno, si rinnoverà per accogliere sempre più persone e prendersi cura della relazione.

 

“A Torre Boldone -conclude don Diego- la parola “festa” porta con sé tanto impegno e, allo stesso tempo, tanta semplicità. L’impegno, di cui siamo molto grati, di chi sceglie di spendersi come volontario e la semplicità attraverso cui avviene l’accoglienza e l’incontro con chi sceglie di passare anche solo una serata in oratorio. Dare a tutti la possibilità di incontrarsi e raccontarsi è il primo passo per essere casa”.

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