La vita comune per formare gli animatori del Cre
Fare gruppo è il primo passo per essere animatori del Cre e all'oratorio di Urgnano c'è una vita comune che si prende cura delle relazioni
Novantatré adolescenti, un oratorio (quello di Urgnano) e sette giorni da vivere insieme: niente di più e, soprattutto, niente di meno per la vita comune degli animatori. Guardando al Cre, tra i primi di cui si è chiamati a prendersi cura ci sono gli adolescenti che si spenderanno al servizio di centinaia di bambini e ragazzi. Una cura che parte sin dal primo incontro e che passa attraverso relazioni da tessere e coltivare.
La vita comune per animatori
Nel percorso formativo degli animatori dell’oratorio di Urgnano, la vita comune è una tappa fondamentale del cammino verso il Cre. In questi sette giorni si condividono spazi, abitudini, informalità, pasti e qualche appuntamento formativo con un obiettivo: fare gruppo. La settimana, inoltre, culmina sempre con la presentazione del Cre in seminario per iniziare a conoscere più da vicino un tema da fare proprio.
“La condivisione è l’obiettivo principale di questa proposta – racconta Erica Pesenti, coordinatrice dell’oratorio di Urgnano-. Con la vita comune tutti gli animatori sono chiamati a fare gruppo e condividere il proprio tempo e i propri spazi. È un modo per conoscersi in vista di una grande avventura da vivere insieme”. E da affrontare come gruppo: degli animatori capaci di fidarsi e di affidarsi l’uno all’altro, oltre il proprio giro di amicizie, è un ingranaggio importante della grande “macchina” del Cre.
Ogni sera un appuntamento formativo
All’interno della vita comune per rileggere i momenti trascorsi insieme (tra cui anche l’annuncio del nuovo Papa Leone XIV) e prepararsi a vestire i panni dell’animatore, ogni sera corrisponde a un appuntamento formativo. “Il filo rosso della vita comune è la formazione -prosegue Erica-. Viviamo qui in oratorio per formarci: dal nostro fare gruppo all’attenzione ai più fragili fino al senso del nostro impegno. Tutto concorre a formare gli animatori per permettere a tutti, dai bambini ai volontari più grandi, di vivere al meglio il Cre”.
Ogni serata formativa all’oratorio di Urgnano è stata condotta da interventi diversi per approfondire temi differenti e allargare lo sguardo dei futuri animatori andando oltre all’esperienza del Cre e dell’oratorio. In base all’età, ogni animatore è stato accompagnato in un percorso di crescita adatto. Lungo la settimana, gli adolescenti hanno incontrato gli animatori UPEE, i responsabili dell’amministrazione comunale e i catechisti. “Ogni sera è stata un’occasione preziosa per sedersi, parlare, rileggersi e donare un senso -sottolinea Erica-. Un senso al gruppo, a tutto il nostro impegno, a un po’ di stanchezza, alle piccole difficoltà e al grande desiderio di iniziare il Cre”.
L’oratorio di Urgnano come luogo di relazioni
“Come coordinatori speriamo di aver lasciato un’impronta -conclude Erica- L’oratorio è una grande realtà ed è tutta da scoprire dai meandri più nascosti fino ai volontari che lavorano dietro le quinte quotidianamente. Noi ci mettiamo al servizio di una comunità che non esiste solo d’estate, ma tutto l’anno e prenderne consapevolezza ci aiuta ad ereditare una storia che può continuare anche grazie a noi. Fare gruppo non è solo una questione di efficienza per il Cre che verrà, ma è in primis un gesto di cura per tutti i nostri adolescenti che, al termine della vita comune, si sono salutati con qualche lacrimuccia”.
L’oratorio di Urgnano è stata la loro casa per sette giorni e presto nelle loro case si sentirà echeggiare un monito “questa casa non è un albergo” perché in oratorio si vivrà qualcosa di unico che attrae tutti. Un Cre capace di dare valore e di tessere relazioni forti del fatto di aver vissuto qualcosa di straordinario insieme.