Un cammino per far sentire a casa gli adolescenti

All'oratorio di Almé si riparte dalla vita comune: giorni di riflessione, informalità, gioco e preghiera per accogliere gli adolescenti

"Progetto V-Ado” che sta per “Venerdì” e “Adolescenti”, ma anche “vado in oratorio per sentirlo mio, viverlo come casa e incontrare amici, persone nuove, gente più grande e più piccola di me”. In quattro lettere e un trattino alto, gli educatori dell’oratorio di Almé sono riusciti a raccogliere un piccolo mondo creato a misura di adolescente.

 

L’oratorio di Almé riparte dalla vita comune

Dallo scorso weekend, infatti, è iniziato ufficialmente il cammino degli adolescenti dell’oratorio di Almé. I ragazzi dalla prima alla quinta superiore si sono trovati in oratorio per vivere insieme quattro giorni e inaugurare così il loro percorso fatto di domande, riflessioni, preghiera, gioco e condivisione.

Si tratta di un cammino pensato ad hoc dagli educatori con spunti, temi e attività che hanno lo scopo di aiutare gli adolescenti a interrogarsi su di sé e, passo dopo passo, su ciò che li circonda. Un’ora in oratorio il venerdì sera per provare a rispondere a quelle “domande che sono cresciute con voi”, si legge sul volantino di presentazione, e per suscitarne delle altre.

“Ogni gruppo, quindi ogni annata, sceglie il tema su cui desidera concentrarsi -spiega Nicole Farina, una delle educatrici dell’oratorio di Almé- e da lì inizia un cammino fatto di condivisione, preghiera e attività diverse.

 

Ci sono incontri più riflessivi, altri dallo stile più giocoso, ma tutti con lo stesso obiettivo: far sentire a casa gli adolescenti lungo tutto il loro percorso di crescita.

Inoltre, quest’anno, per accrescere il loro senso di condivisione e appartenenza ci sarà un incontro al mese in cui tutti gli adolescenti si ritroveranno insieme per allagare il loro sguardo e conoscere anche persone più grandi o più piccole di loro. Un modo per fare conoscenza, ma anche creare una fraternità più estesa”.

 

Far sentire gli adolescenti a casa

Il punto comune di partenza dei percorsi adolescenti dell’oratorio d’Almé è stata la vita comune. Quattro giorni insieme che rappresentano sia l’inizio che la meta del cammino.

“Desideriamo che gli adolescenti si sentano come a casa perché in oratorio trovino un punto di riferimento in cui crescere, sperimentarsi e porsi grandi domande senza timori” sottolinea Nicole ripercorrendo le tappe della prima esperienza proposta.

 

La vita comune, come da tradizione, è iniziata con una serata nell’informalità tra studio e tempo libero per poi proseguire la sera successiva con la testimonianza di un farmacista che svolge volontariato in Nepal. Il tutto è culminato con una giornata ricca di animazione e la messa con la comunità per il mandato degli educatori.

 

Fare gruppo, conoscere nuove persone e attivare una condivisione più ampia sono gli obiettivi non solo della vita comune, ma anche del cammino che si allaga e coinvolge anche la terza media.

“La nostra speranza – conclude Nicole- è che gli adolescenti vivano l’oratorio a pieno. Questo luogo può essere più di un posto, può diventare un punto di riferimento in cui diventare grandi e fare qualcosa di grande. Perché una volta cresciuti si possa ancora chiamare casa mettendosi in gioco per la comunità e rimettendo in circoli i doni ricevuti”.

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