Accogliere per non restare indifferenti

La settimana dei poveri all'oratorio di Monterosso è un percorso di consapevolezza la cui meta è l'accoglienza

Non un giorno, ma una settimana per porre l’attenzione su una questione che intercetta, in un modo o nell’altro, la quotidianità di tutti: la povertà. In preparazione alla IX Giornata Mondiale dei Poveri, l’oratorio di Monterosso ha pensato a dei passi dedicati per affrontare l’argomento con bambini, ragazzi e adolescenti fino ad estendere l’invito all’intera comunità.

 

La settimana dei poveri all’oratorio di Monterosso

Il filo rosso di questa settimana può essere riassunto in una parola: laboratorio. Il linguaggio scelto dall’oratorio di Monterosso, infatti, è sempre stato quello laboratoriale coinvolgendo diverse fasce d’età. Partendo dai bambini fino ad arrivare agli adulti, la povertà non è mai stata trattata con distanza, ma come una situazione a cui porsi accanto. I più piccoli, dopo aver ascoltato una storia, hanno decorato dei pezzi di stoffa che hanno formato un’unica coperta, mentre i ragazzi sono stati provocati dalla domanda “quali emozioni provo quando vengo accolto?”: questo perché una delle risposte alla povertà è l’accoglienza.

 

“Nell’arco di tutta la settimana – racconta Pietro Dinardo, giovane che sta svolgendo il servizio civile all’oratorio di Monterosso – l’obiettivo è stato quello di trasmettere un messaggio di speranza, di cui l’accoglienza è parte integrante. È stato un percorso per allenarci a non rimanere indifferenti e porsi accanto a chi è in difficoltà”.

Un messaggio trasversale che ha raggiunto anche la comunità adulta con un laboratorio di pasticceria guidato Carlo Beltrami (vincitore della quinta edizione di Bake Off Italia), il cui ricavato è andato a sostegno del progetto “Famiglia aiuta famiglia”.

 

Anche il pranzo di comunità ha donato quanto raccolto favore dello stesso progetto e ha visto gli adolescenti porsi al servizio per far andare tutto per il meglio. “È partendo dai piccoli gesti che si può fare la differenza” aggiunge Pietro sottolineando come l’aiuto degli adolescenti sia stato prezioso per realizzare il pranzo. “Gli adolescenti hanno donato il loro tempo nel piccolo per qualcuno di cui non conoscono nulla e già questo è un gesto rivoluzionario, un segno del cambiamento che desideriamo vedere nel mondo: un “donarsi” disinteressato”.

 

L’accoglienza come punto di partenza

Tutti questi desideri e obiettivi emersi lungo la settimana dei poveri saranno poi tradotti in realtà con l’accoglienza di un uomo senza dimora per le notti d’inverno. L’oratorio di Monterosso, infatti, metterà a disposizione una stanza con doccia per superare la stagione fredda. Piccoli gesti concreti per vivere l’accoglienza a pieno. “L’oratorio ha molto da dare e da donare perché unisce persone diverse, anche con fedi differenti, per il bene comune. Possiamo fare molto nel nostro quartiere, nella nostra città”.

 

“La speranza è il motore che ci muove – conclude Pietro pensando al cammino della comunità lungo l’anno-. Lungo l’anno continueremo a metterci al servizio e a entrare in contatto con le realtà che possano farci aprire gli occhi su situazioni a cui non possiamo rimanere indifferente. È conoscendo il prossimo che possiamo aiutarlo e incontrarlo. Insieme, unendo intuizioni e idee, possiamo cambiare la nostra quotidianità, il nostro quartiere, la nostra città: mettendoci insieme in gioco per il prossimo”.

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