Vivere l’Avvento in oratorio significa preghiera, cura e prossimità
Negli oratori di Scanzorosciate e Boltiere ci si prepara al Natale come comunità: in Avvento, uno sguardo speciale verso i piccoli e i poveri
Due oratori, due tradizioni, due comunità in movimento per accompagnare bambini e ragazzi lungo tutto l’Avvento. A rispondere alla domanda “Come ci si prepara al Natale in oratorio?” sono l’oratorio di Boltiere e gli oratori di Scanzorosciate che, condividendo intenti e iniziative a distanza, che accompagnano i passi dei più piccoli con particolare attenzione.
L’Avvento in oratorio
In questi oratori l’Avvento fa rima con “Buongiorno Gesù”, solidarietà e cura. Sono questi i tre ingredienti che aiutano a dare concretezza alle parole ascoltate sperimentandole nella quotidianità con piccoli gesti. Sia a Boltiere che a Scanzorosciate, i bambini e i preadolescenti si trovano in chiesa o in oratorio per un momento a loro dedicato prima di andare a scuola. “Il Buongiorno Gesù è un momento di preghiera prezioso per tutti i nostri ragazzi – racconta Elena Rossi, catechistica dell’oratorio di Boltiere-. I bambini tengono particolarmente a questo incontro perché possono ritrovarsi prima di andare a scuola, ma anche per come vivono la preghiera. In oratorio c’è una sala allestita su misura per loro e il Vangelo si fa prossimo con un linguaggio a loro vicino. Storie, gesti e piccole attività aiutano a trasmette messaggi semplici da vivere attraverso piccoli impegni concreti”.
Il primo compito ricevuto per l’Avvento dai bambini dell’oratorio di Boltiere è quello di “stare allerta”, lo stesso consegnato ai loro coetanei di Scanzorosciate che saranno guidati dai personaggi del presepe disegnati degli educatori degli adolescenti. “I giovani hanno esteso la loro azione di cura fino a raggiungere i più piccoli -spiega don Alessandro Previtali, vicario interparrocchiale degli oratori di Scanzorosciate-. Si sono messi in gioco disegnando i personaggi del presepe ed è stato un modo per guardare oltre ai gruppi di cui ci si prende cura nell’ordinario”. È una comunità che mette in moto una cura reciproca e senza distinzione.
“Gioire nel fare” e curare le relazioni
La stessa che, con uno sguardo anche solidale, si sta vivendo in entrambi gli oratori. Avvento, infatti, significa anche solidarietà e questa prendere diverse forme.
Gli oratori di Scanzorosciate hanno inviato le loro comunità a presentarsi nelle messe delle domeniche d’Avvento con un genere alimentare diverso.
Una scatoletta di tonno, un barattolo di legumi, un pacchetto di caffè e un sacchetto di biscotti sono ciò che, durante le domeniche d’Avvento, verrà donato per aiutare le famiglie in difficoltà.
All’oratorio di Boltiere, invece, è stato chiesto ai bambini di donare un loro giocattolo per i loro coetanei meno fortunati. Tutti i giocattoli donati saranno poi impacchettati dagli adolescenti per realizzare un vero e proprio regalo di Natale.
“Gioire nel fare” può essere il motto dell’Avvento dei due oratori che condividono lo stesso traguardo con sguardi diversi. “L’impegno che ci siamo dati come oratori di Scanzorosciate -aggiunge don Alessandro- è quello di mettersi al servizio di Gesù portando pace partendo da noi. Nel mondo avvertiamo tanto dolore e inimicizie e il primo passo per convertire questa tendenza è iniziare dalle nostre relazioni perché siano relazioni di pace”. Si parte delle relazioni, dunque, il cui punto di contatto può essere un dono. “A Natale riceviamo tanto e ciò a cui siamo chiamati come cristiani è donare altrettanto -conclude Elena-. La vicinanza tesse le relazioni e combatte la solitudine. È per questo che ci mettiamo in gioco: per essere comunità in cammino insieme verso il Natale”.